Rifiuti e compostaggio di comunità, Lonardo spiega le perplessità dell’Asia

“L’ASIA Benevento spa condivide appieno le perplessità del Comune di Benevento, esternate dall’Assessore all’Ambiente Russi in contrapposizione alle dichiarazioni del M5S, circa la validità dell’attuazione di impianti per il compostaggio di comunità di rifiuti organici ai sensi dell’art. 180, comma 1-octies del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, così come introdotto dall’art. 38 della legge 28 dicembre 2015, n. 221”. Ad affermarlo in una nota è il presidente della partecipata, Lucio Lonardo.

“Il regolamento, messo tra l’altro in discussione fortemente dal direttivo ambiente di UTILITALIA nella seduta del 21\03\2017, di cui lo scrivente è membro effettivo, si applica alle attività di compostaggio di comunità non superiori alle 130 t\a, intraprese da “un organismo collettivo” ( 2 o più utenze domestiche o non costituite in condominio, associazione, consorzio o società, o in altre forme associative di diritto privato), al fine dell’utilizzo del compost prodotto da parte delle utenze conferenti (non può essere venduto o conferito a terzi). Non si applica a compostaggio di rifiuti da attività agricole e vivaistiche, cucine, mense, mercati, giardini e parchi.

L’attività può essere intrapresa previo invio di una segnalazione certificata di inizio attività definendo la taglia delle apparrecchiature (non impianti!), le condizioni di installazione, le modalità di gestione, i parametri di esercizio, le condizioni di utilizzo dei materiali in uscita dalle attività di compostaggio.

Tra l’altro – aggiunge Lonardo – l’apprecchiatura non può trovarsi a più di un km di distanza dalle utenze conferenti (diffficoltà quindi di accorpare più di una contrada, ce ne sono oltre 100 nel comune di Benevento non a borghi ma a case sparse, tra l’altro sono oltre 1000 le utenze già fornite di compostiera domestica da ASIA), i cittadini sono obbligati a conferire autonomamente, l’organismo collettivo deve individuare un conduttore responsabile del corretto funzionamento dell’apparecchiatura e della conservazione dei dati di esercizio.

I tempi di produzione del compost sono meno di 6 mesi per statico, non meno di 3 mesi per elettromeccanico con fase di maturazione in cumulo nel sito di produzione in area pavimentata e coperta (impensabile nelle aree residenziali cittadine magari all’interno di un condominio! dove si litiga anche per il posizionamento di un carrellato figurarsi per un mamozio da 50 metri quadrati).

Attenzione poi ai materiali in uscita perchè il compost deve avere: a) umidità tra 30% e 50%; b) temperatura massima non superiore di 2 c° rispetto a quella ambientale; c) ph compreso tra 6 e 8.5; d) frazione estranea inferiore al 2% e frazioni pericolose assenti, altrimenti sarà tutta FRAZIONE INDIFFERENZIATA e qui la vedo dura se consideriamo che l’umido conferito agli impianti da raccolta differenziata attualmente contiene il 5% di impurità.

Allora – conclude Lonardo – due sono le riflessioni: la prima è che questo tipo di apparecchi sono idonei a borghi o piccolissimi comuni montani mentre il Sannio ha bisogno, per trarre vantaggi economici, di un digestore anaerobico da 30.000 tonnellate annue come da nostro studio di settore datato 2007 e da sempre ignorato dalla Regione Campania; questi “lego”, ne saranno necessari più di una decina, non ci cambiano la vita anzi ce la complicano per cui, per dirla con Bellavista, invece di comprarsi una “dose” non è meglio andare da “Natascia” seppur con sovrapprezzo per un servizio completo?”.