Medio Calore
San Giorgio del Sannio senza acqua. Dal M5S accuse ad Alto Calore e sindaco Pepe
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“Sentiamo il dovere di rivolgere il più accorato ringraziamento ai rappresentanti politici e tecnici della società “Alto Calore”. Un sentimento che avvertiamo ogni qual volta apriamo i rubinetti di casa. Essendo entrati ormai da tempo nel Terzo millennio e non abitando lande desolate o Paesi ancora in via di sviluppo, la totale mancanza d’acqua corrente non può che essere attribuita a una precisa scelta aziendale legata a una delle tante iniziative promozionali, o per meglio dire propagandistiche, che l’ente irpino-sannita organizza”. Così in una nota il M5S di San Giorgio del Sannio.
“Dopo una intensa meditazione (favorita dalle lunghe e fiduciose attese del ripristino) siamo giunti alla soluzione dell’arcano: l’Alto Calore ha voluto ravvivare in noi il ricordo dei nonni (anzi, bisnonni) che quotidianamente attingevano al fiume o a qualche preziosa sorgente per dissetarsi e assolvere gli elementari servizi igienici.
I cittadini sangiorgesi che da giorni devono fare i conti con la negazione della fornitura (e non la semplice riduzione che la società dichiara) – spiega nel comunicato – farebbero volentieri a meno di questo ritorno forzato alla tradizione. Anche perchè quello in atto nell’ultima settimana non è che l’ultimo di una serie di revival che vanno in scena da anni, e in ogni stagione. Se nevica, rubinetti a secco per il troppo freddo. Se fa caldo, niente acqua perchè scarseggia. Per gli utenti Alto Calore non c’è mai il clima giusto. E se tali utenti risiedono in determinate aree di San Giorgio del Sannio, neanche primavera ed autunno sono garanzia di erogazione costante perchè a spezzare il sogno di una doccia, di una lavatrice, o addirittura di una peccaminosa bevuta, interviene un altro terribile nemico: il serbatoio insufficiente.
Da giorni centinaia di famiglie sangiorgesi – prosegue la nota – devono inventarsi approvvigionamenti di fortuna. Non ha alcun senso attendere informazioni illuminanti dalla società che gestisce (?) il servizio. Gli scarni comunicati pubblicati sul sito aziendale imputano le cause del disservizio ora al gelo, ora all’interruzione dell’energia elettrica a Cassano Irpino o Serino, sempre al cattivo uso della risorsa da parte dei cittadini lasciati a secco che vengono sollecitati, “cornuti e mazziati”, a ridurre i consumi!!!
La situazione, avrebbe sentenziato Flaiano, è grave ma non seria. Le risposte giunte dall’amministrazione comunale alle difficoltà dei cittadini sono pari allo zero. Poche righe di circostanza vergate per esprimere il comune rammarico (un po’ come quando si va a fare le condoglianze a lontani parenti), tutta qua la presa di posizione del sindaco Pepe e della sua nutrita squadra di assessori, consiglieri, e consiglieri dei consiglieri.
Dove sono finiti i proclami sbandierati in campagna elettorale circa la miracolosa soluzione del problema? Non che ci avessimo creduto nemmeno per un attimo. I politici con la bacchetta magica sono sempre i peggiori. Ma almeno una voce forte e chiara nei confronti di un ente che da anni disamministra la principale risorsa del nostro territorio, questa sì ce la saremmo aspettata.
E non si limiti ad una generica protesta destinata a scivolare via come un rivolo. Il sindaco Pepe, un tempo alto rappresentante dell’Alto Calore, se non vuole essere complice di questo scempio abbia il coraggio di un’azione forte e significativa: chieda alla signora Maria Lucia Chiavelli di lasciare immediatamente il Consiglio di amministrazione della Alto Calore Servizi. Ai cittadini che non avessero la fortuna di conoscerla diciamo che la dottoressa Chiavelli è la dirigente del Comune di San Giorgio del Sannio che nel maggio 2013 (Giunta Ricci) fu eletta nel Cda della società, e nello scorso maggio (ancora Ricci) confermata nel ruolo. Un novero ristrettissimo formato da soli tre componenti dal quale dipendono le sorti della risorsa più importante per Sannio e Irpinia. Una risorsa gestita malissimo, senza trasparenza né rispetto per i cittadini-utenti, destinatari di due aumenti tariffari nell’arco di due anni. Aggiungiamo una sola parola: VERGOGNA”.