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Associazioni

L’associazione “Generoso Simeone” presenta libro su illuminismo e attualità

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Sabato 29 ottobre presso la Biblioteca provinciale l’Associazione culturale Generoso Simeone ha presentato l’ultimo lavoro di Fabio Torriero “L’Illuminismo è finito, ma non andiamo in pace”, alla presenza di un cospicuo pubblico interessato alle due ore di interventi programmati.

Dopo i saluti della professoressa Tiziana Iuzzolino, socio dell’Associazione culturale Generoso Simeone e l’introduzione di Marina Simeone, Presidente dell’Associazione, – si legge nella nota dell’ufficio stampa – la parola è stata passata all’autore Fabio Torriero, che ha lanciato le sue frecce, dirette contro bersagli precisi: terrorismo, perdita del sacro e quindi laicismo, metamorfosi delle polarità sessuali e quindi Gender.

L’illuminismo con i suoi Robespierre, Rousseau, Voltaire e adepti non ha fatto altro che dare vita ad una società mostruosa, i cui figli naturali non possono che essere deformazioni umane, a cui soltanto potrebbe opporsi una resistenza in nome di valori identitari, purtroppo dispersi nel marasma del globalismo.

Al tavolo dei relatori, accanto all’autore, – continua il comunicato – l’Associazione ha voluto esponenti del mondo della comunicazione, della chiesa e della scuola, che potessero rendere il confronto completo come pluralistico e così Raffaele Salomone Megna, presidente Gilda Benevento, ha regalato all’accorta platea venti minuti di viaggio in una Europa aggredita, desolata, sconfitta, una Europa in crisi che deve scegliere in nome e per conto di cosa combattere.

Non l’illuminismo è all’origine del male – ha ribadito Raffaele Salomone Megna – ma quello che Fusaro ha definito ordo-liberismo, il male di matrice economicista e consumistica. L’illuminismo è stato tradito non terminato.

Delicato e istruttivo l’intervento della Dirigente dell’Istituto artistico Virgilio Maria Buonaguro, attenta indagatrice della fragile psiche dei propri studenti e intenzionata a non infrangerla, ma ad impreziosirla con letture giuste che possano porre i problemi attuali al centro della riflessione. I modelli sono importanti per i nostri giovani perché possano avere una solida consapevolezza dell’essere cittadini.”

Monsignore Pasquale Maria Mainolfi è entrato nel dibattito in punta di piedi e si è lasciato trasportare con la forza di uragano travolgente dalla tematica: il gender. “L’assenza di sessualità, la morte della emozionalità, della partecipazione al conoscersi, al frequentarsi, al capirs,i al confrontarsi, – ha spiegato – sta ledendo nel profondo il senso stesso di comunità, del trovarsi insieme in un percorso di vita. Il gender è un errore, lo è il permessivismo che comporta, il non voler dare, con il pretesto della libertà un valore alla naturalità, stabilita da Dio e non ripensabile dall’uomo arbitrariamente”.

Ha lanciato attacchi chiari e senza remore contro la scuola che permette ad oscenità indicibili di “educare” i bambini del futuro, quelli che vedranno nella masturbazione, nel contatto amoroso un obbligo istituzionale, come il fare i compiti a casa.

Il pubblico non è rimasto a guardare e, nonostante il tempo trascorso insieme fosse stato già sufficiente, un volto noto alle cronache dell’Associazione Davide Scarinzi ha chiesto di prendere la parola e ha aggiunto al discorso di Pasquale Maria Mainolfi “tra le oscenità in atto l’invasione migratoria, un ingresso avallato dal Papa Bergoglio, che invece deve essere fermato subito”.

Un pomeriggio autunnale caldo a Benevento che ha fatto levare voci da sinistra e destra a ribadire l’importanza di affrontare trasversalmente i problemi come ha rilevato Marina Simeone: “Perché non è più il tempo di chinare il capo dinanzi alle ideologie novecentesche e alle assialità ottocentesche. E’ tempo di scegliere da che parte stare e se e come difendere la propria identità o subirne la morte definitiva in nome di valori mondialisti e finanziari senza radici, senza patria, senza cuore.”

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