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La denuncia della Lipu: “Il Taburno una montagna violentata: chi controlla?”

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“Siamo appena entrati in quello che sarà un altro fine settimana di passione per il Taburno, montagna tra le più belle e alte della provincia di Benevento. Quest’area naturale, che dovrebbe essere protetta perché inserita nel Parco Regionale del Taburno Camposauro, viene infatti presa d’assalto ogni sabato e domenica – nel mese di agosto anche nei giorni infrasettimanali – da una moltitudine di persone, molte provenienti da fuori provincia. Purtroppo i comportamenti spesso non sono rispettosi del contesto ambientale in cui ci si trova e il risultato è quello di un degrado diffuso nelle aree montuose del Taburno limitrofe alla strada provinciale 120 che supera quei rilievi”. Così la Lipu di Benevento in una nota inviata alla stampa.

“Il sopralluogo di un attivista della Sezione LIPU di Benevento, effettuato domenica scorsa – proseguono i volontari -, ha rilevato una grande quantità di rifiuti sparsi, automobili parcheggiate nella faggeta oltre la recinzione realizzata un paio di decenni fa per evitare danneggiamenti al bosco, fuochi accesi per i barbeque al di fuori degli spazi predisposti a questo scopo nelle aree pic-nic, la piana carsica di Campo Cepino attraversata da quad, fuoristrada e altre autovetture. Insomma era il peggio della città portato a mille metri di quota in un’area che ha valori naturalistici e paesaggistici di primaria importanza della regione, basti pensare al bosco di abeti bianchi di epoca borbonica che costituisce il cuore della foresta demaniale gestita dalla Regione Campania. E dire che nello Statuto dell’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro, approvato 10 anni fa dal Consiglio Direttivo, all’art.3 “Finalità” si legge: “L’Ente Parco (…) ha il compito di perseguire finalità di: Tutela, conservazione, valorizzazione e promozione delle componenti naturalistiche e ambientali dell’area protetta; Riqualificazione delle aree degradate; Conservazione e valorizzazione del patrimonio storico – culturale – artistico e ambientale dell’area (…)”.

Facendosi un giro nel fine settimana – spiega la Lipu – sul Taburno si deve, però, fare la considerazione che il Parco esiste solo sulla carta, e di fatto non c’è nessun rispetto del patrimonio naturale e culturale. Un parco naturale ha un regolamento di fruizione, denominato in questo caso “Norme Generali di Salvaguardia” (Bollettino Ufficiale della Regione Campania – N. speciale del 27 maggio 2004), che va fatto rispettare a tutti gli utenti. In questo regolamento tra l’altro è scritto: “E’ vietato accendere fuochi (…)”; “E’ vietata l’alterazione dell’andamento naturale del terreno (…)”; e ancora: “E’ vietato circolare con veicoli di ogni genere al di fuori delle strade carrabili esistenti, anche di tipo interpoderale, (…)”, cose che vengono disattese ampiamente con i barbeque nel bosco e i quad e i fuoristrada nelle piane carsiche, come successo domenica scorsa.

La Regione Campania – sottolineano dall’associazione – trasferisce annualmente risorse economiche ai Parchi, in verità non tanto consistenti, ma comunque sono cifre che si aggirano intorno ai 100.000 euro per i Parchi più grandi e sarebbe interessante sapere quanto della somma assegnata all’Ente Parco del Taburno Camposauro viene destinata alla conservazione della natura, principale attrattiva dell’area protetta, e alla sua tutela. Si può raggiungere quest’ultimo obiettivo solo se si fanno rispettare le norme, che oltre ad essere di tutela della natura sono anche di convivenza civile tra i vari fruitori della montagna. Per questo si dovrebbero impiegare principalmente le Forze dell’Ordine, visto che non ci sono i Guardiaparco (che esistono invece in diversi Parchi Nazionali e Parchi Regionali di altre parti d’Italia) per controllare il territorio e sanzionare i trasgressori del regolamento del Parco, oltre che rendere operative le Guardie Ambientali Volontarie (GAV) che ha formato la Provincia di Benevento.

La Sezione LIPU di Benevento – conclude la nota – nelle prossime settimane inoltrerà, quindi, alle Forze dell’Ordine (anche a quelle che entro la fine dell’anno scompariranno come il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Provinciale ma che comunque risultano a tutt’oggi in regolare funzionamento) segnalazioni e richieste di controlli nel Parco, e chiederà a quelle che eventualmente sono state di pattuglia sul Taburno di conoscere il resoconto di tale servizio, oltre che a sollecitare il Presidente dell’Ente a prendere provvedimenti per risolvere la problematica in maniera definitiva”.

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