Sindacati
Assemblea lavoratori Gepos, la Cgil chiede un incontro con la proprietà

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Nell’ambito dello stato di agitazione indetto dalla Fp Cgil presso la struttura Ge.Po.S. di Telese Terme un paio di settimane fa, si è tenuta lunedì l’assemblea dei lavoratori alla presenza della RSA Innocenzo Pengue e del Coordinatore Provinciale FP CGIL, Pompeo Taddeo.
I temi trattati hanno riguardato in particolare: il sottodimensionamento del personale e conseguenti ricadute sulla organizzazione del lavoro; gestione del piano delle ferie accumulate e non fruite; progressioni economiche di fascia; strumenti di sorveglianza dei luoghi di lavoro; regolamento disciplinare aziendale.
“Temi molto cari ai lavoratori e alle lavoratrici – spiegano la sigla sindacale -, stremati da un atteggiamento vessatorio e censorio da parte aziendale, votato al sabotaggio del confronto sindacale con la Cgil, che questi temi li ha sollevati poiché pesano quotidianamente come macigni sulle spalle del personale della clinica. Larga la partecipazione dei dipendenti nonostante il simultaneo incremento delle attività lavorative aziendali volutamente pianificato allo scopo di boicottare l’assemblea. Un metodo in realtà di per sé già preesistente in clinica, ove la scarsità di personale obbliga i lavoratori a turnistiche prossime allo stremo, oltre che alla impossibilità di usufruire delle ferie maturate e accumulate negli anni, al mancato ossequio del CCNL anche nella parte economica e ai divieti di sorveglianza del personale.
Si tratta di metodi asfissianti – conclude la Cgil -, che minano da ogni angolo la libertà, la professionalità e la sicurezza dei lavoratori e, di conseguenza, anche della utenza. Basti pensare che solo 3 unità lavorative gestiscono, contemporaneamente, tre sale operatorie e questo fatto di per sé mostra la gravità e la fondatezza delle rimostranze che come Cgil stiamo portando avanti allo scopo di porre fine ad una tortura che subdolamente attanaglia i malcapitati operatori della Clinica Ge.Po.S. di Telese Terme, ove presto terremo un sit in di protesta se anche l’ennesima richiesta di confronto sindacale con l’azienda dovesse cadere nel vuoto e a cui potrebbero seguire ulteriori azioni di tutela”.