POLITICA
Campagnuolo e Di Marzo: “Sannio a rischio spopolamento. Invertiamo la rotta”

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“Il bilancio demografico del Sannio continua ad essere costantemente negativo. Non se ne può più. L’intero Sannio è ormai a forte rischio spopolamento. I dati parlano chiaro e i numeri emersi dall’ultimo rapporto ISTAT sono inappellabili. Negli ultimi 5 anni oltre 5000 cittadini sono andati via dalla nostra provincia. Considerando che molti i Comuni che superano di poco i 2000 abitanti, possiamo affermare che in cinque anni ne sono scomparsi due e mezzo”. A denunciarlo in una nota sono il coordinatore provinciale di Forza Italia Giovani, Evangelista Campagnuolo, e il suo vicario Gabriele Di Marzo.
“Addirittura – scrivono i due esponenti beneventani – da inizio 2015 ad ottobre dello stesso anno, sono 2000 le persone che per svariati motivi non risiedono più nel nostro territorio. Senza dubbio questi numeri sono dettati anche dal fatto che il bilancio tra decessi e nascite è fortemente negativo. Questo in tutti i mesi dell’anno. Se qualcuno ha scherzato fino ad oggi, è bene che non lo si faccia più.
E’ bene – continuano – che il Sannio faccia qualcosa di concreto per invertire la rotta. Questo oltre ogni divisione politica o partitica. Il Sannio ha bisogno di un futuro diverso, perché procedendo di questo passo molti comuni non esisteranno più. Altro che accorpamenti di Comuni sotto i 5000 abitanti, qui rischiamo la completa estinzione. Sono tanti i giovani che scappano dal nostro territorio. Quando diciamo scappano ci riferiamo ad una volontà seria e concreta di non ritornare più nei propri comuni di origine.
Una soluzione potrebbe essere quella riguardante i fondi europei di progettazione 2014/2020 che potrebbero essere utilizzato per arginare questa continua e sempre più crescente fuga.
Così come l’omologazione di obiettivi concreti e comuni tra diversi paesi potrebbe avviare diversi progetti di rilancio territoriale. Insomma un vero e proprio sistema cooperativo che vada oltre ogni campanilismo. Finito il tempo delle chiacchiere e dei proclami, – concludono Campagnuolo e Di Marzo – ora bisogna agire. Invertiamo la rotta, siamo ancora in tempo”.