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ECONOMIA

Agromafie, presentato il rapporto di Eurispes e Coldiretti: Sannio ultimo in Campania, ma sopra la media nazionale

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GUARDA VIDEO Capire il grado di penetrazione della criminalità organizzata nei territori e il danno subito dalle produzioni agricole. E’ l’obiettivo dello studio elaborato dall’Eurispes nell’ambito del quarto Rapporto Agromafie in collaborazione con Coldiretti e l’Osservatorio sulla criminalità.

Nel Sannio, secondo la ricerca, il parametro è pari al 35,7. Un numero che posiziona Benevento all’ultimo posto in Campania, ma che comunque è al di sopra della media nazionale che si attesta intorno al 29,1.

L’indice si basa su 29 indicatori specifici che analizzano le province italiane in base alla diffusione e l’intensità del fenomeno dell’associazionismo criminale incrociandolo con i reati denunciati e la ricaduta sul sistema economico e sociale.

A livello regionale il grado di diffusione è elevato sia a Napoli con il 78,9 che a Caserta (68,4) e Salerno (44,3). E’ inferiore, invece, nelle aree interne con Avellino al 42,3 e Benevento che, come detto chiude, la classifica.

Nonostante il divario con le prima sia elevato, nel Sannio resta comunque alta l’attenzione visto che l’agricoltura rappresenta una delle principali risorse del territorio e, dunque, il comparto che genera prodotti di qualità e occupazione.

Il business delle Agromafie, spiega il rapporto, ha superato i 16 miliardi di euro nel 2015. A questo si aggiunge che tra i 20 ed i 25 miliardi di euro vengono sprecati per il mancato utilizzo dei beni confiscati. La stima spiega che un immobile su cinque espropriato alla criminalità organizzata sia di destinazione agroalimentare.

In Italia sono 26200 i terreni nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano, tra l’altro, l’associazione a delinquere di stampo mafioso, la contraffazione e il porto illegale di armi da fuoco. Reati che – secondo i ricercatori – spiegano bene come le mafie agroalimentari utilizzino i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione.

La criminalità, spesso, impone la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali e, approfittando della crisi economica, arriva anche a rilevare direttamente le aziende.

A livello nazionale l’intensità dell’associazionismo criminale è elevata maggiormente nel Mezzogiorno, ma emerge con chiarezza come nel Centro dell’Italia il grado di penetrazione sia forte e stabile. In regioni quali la Calabria e la Sicilia si denota un grado di controllo criminale del territorio pressoché totale.

“I dati sulla criminalità nel settore agroalimentare della Campania confermano che il problema è serio. Il nostro impegno quotidiano è proprio nell’invertire la tendenza. Coldiretti fa la sua parte, senza fare sconti a nessuno. Alle Istituzioni chiediamo di aiutarci garantendo trasparenza e legalità”. Commenta così Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale, il rapporto Agromafie 2016.

“Coldiretti è in prima linea su più fronti – sottolinea il presidente Masiello – dalla lotta al caporalato alla richiesta di tracciabilità per i prodotti. Quanto al lavoro nero, monitoriamo le nostre aziende e siamo pronti ad espellere dall’organizzazione chi non rispetta i lavoratori.

Questo fenomeno va stroncato, perché alimenta la concorrenza sleale. Allo stesso modo chiediamo alle Istituzioni un controllo sul mercato nero ortofrutticolo. Nelle zone più esposte al rischio si moltiplicano i furti nelle campagne e spuntano banchetti illegali lungo le strade, dove viene venduta la refurtiva. Ormai siamo alle postazioni fisse, quasi una sfida sfacciata all’impunità. E invece le imprese agricole andrebbero difese come primo presidio di legalità. Possono essere gli avamposti dello Stato nelle aree rurali.

Noi ce la mettiamo tutta, senza piangerci addosso. Ci abbiamo messo la faccia anche quando si è speculato commercialmente sui problemi della Campania. Ora chiediamo un cambio di passo, nell’interesse generale e non solo di un settore. L’agricoltura contribuisce fortemente a tirare il carro dell’economia regionale, innescando effetti positivi su tutti gli altri settori.

Questa è la grande sfida che abbiamo davanti. Ecco perché al presidente De Luca chiediamo un impegno straordinario della Regione sui nuovi PSR. Ma la legalità è la condizione preliminare affinché gli investimenti producano effetti positivi e duraturi”.

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