Titerno
Guardia Sanframondi, la lettera di Pengue (Noi Cittadini per il Sud) al sindaco Panza

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al sindaco di Guardia Sanframondi, Floriano Panza, scritta da Raffaele Pengue, esponente di “Noi Cittadini per il Sud”.
“Caro sindaco, come sta, nel suo secondo mandato come Primo Cittadino di questa comunità? Mi sembra bene, tutto sommato: le foto la mostrano sempre più a suo agio nel suo ruolo, vuoi con il kilt scozzese vuoi con i vestiti standard e la fascia tricolore vuoi con un microfono tra le mani.
Caro sindaco, perdoni la franchezza. Ma il 31 maggio lei è stato riconfermato quale accompagnatore (badante) di una vecchia inferma di nome Guardia. La “dura” e poca acqua potabile erogata dal Consorzio Alto Calore è sempre più una visione onirica, l’Ufficio postale da paese civile è un miraggio, le buche sulle strade crescono a vista d’occhio, il traffico cittadino, non ne parliamo… Guardia è sempre il paesello dei paradossi dolorosi dove se lecchi le pantofole vieni premiato. Un paesello imprigionato nel mondo incantato delle promesse, dei tagli dei nastri con fanfare e cornamuse, delle finte sforbiciate agli sprechi. Nel mentre tutto ciò accade – e sicuramente ne è al corrente – Guardia reale resta indietro rispetto a qualsiasi comunità del comprensorio telesino.
Caro sindaco, i guardiesi sono soddisfatti e perplessi. È vero, grazie a lei hanno visto aumentare il numero degli ospiti stranieri nel loro paese con un ritmo incredibilmente alto. E in più sembrano ansiosi di assimilare quanta più cultura possono, in tutte le sue forme, il più economicamente e il più rapidamente possibile. Ma l’importante è, sul lungo, diffondere e irrobustire un immaginario semplice e manicheo; e c’è da dire che ha trovato un terreno abbastanza morbido, con non molte eccezioni. Teniamo tutti famiglia, noi guardiesi, e il dibattito pubblico va una schifezza, quindi il burro è ancora più morbido, diciamo. E poi noi guardiesi non abbiamo, tradizionalmente, una schiena così dritta.
Diceva qualcuno: è sempre beato il governo di una comunità la cui opinione pubblica tace. Ecco, è stato quindi un buon 2015 per lei, sindaco, e ha motivo di festeggiare. Anche perché all’addomesticamento dell’opinione pubblica, nell’anno che si sta chiudendo lei ha aggiunto anche una silenziosa opera di adeguamento alla sua persona.
A Lei auguro – onestamente e di cuore – un 2016 un po’ più difficile. Non per antipatia personale, sia chiaro; né per avversione politica, che quella non esiste quasi più e se esiste si misura soltanto sulle cose concrete. Le auguro un più difficile 2016 perché a nessuno fa bene l’adeguamento perbenista, l’acquietamento della dialettica, la latitanza del conflitto culturale e politico, l’arretramento e la svendita del paesello nel quale si è nati. Non fa bene a chi come me è – non troppo pacatamente – contro l’amministrazione da lei guidata; né fa bene (il che è più importante) a Guardia nel suo complesso, che di quel perduto sale critico e democratico avrebbe sempre bisogno”.