Sindacati
La Cgil perde 700mila tessere in Italia, ma nel Sannio cresce. Galdiero: “Aumentati giovani e precari”
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Precari, pensionati, battaglie sindacali e numero di tesserati. La Cgil riflette dopo la chiusura del tesseramento dello scorso 30 giugno. L’area organizzazione della Confederazione ha, infatti, diffuso un dossier ai dirigenti che, secondo “Repubblica.it”, ha fatto registrare un saldo negativo di 723.969 iscritti rispetto al 2014. Una doccia fredda per i dirigenti del sindacato che devono affrontare, non solo la difficile congiuntura economica, ma anche un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Questo il dato a livello nazionale. E nel Sannio? Va decisamente meglio secondo il segretario generale della sigla, Rosita Galdiero che, contattata telefonicamente da Ntr24, ribadisce lo stato di salute della Cgil in provincia di Benevento. Dichiarazioni suffragate da dati che vedono crescere, in controtendenza rispetto al resto del Paese, il numero di tesserati.
Sono i giovani e i precari a trainare verso un saldo positivo. Anche questo un dato che si scontra con il resto d’Italia dove a farla da padrone sono i pensionati. Secondo il dossier, infatti, al 1° luglio gli iscritti attivi, cioè i lavoratori, sono 2.185.099. A fronte di 2.644.835 di tesserati allo Spi.
Nel Sannio cresce anche il Nidil, la sigla che rappresenta gli atipici. “Questo – ha avvertito Galdiero – è un dato flessibile e difficile da registrare per la natura breve e in continuo mutamenti dei rapporti”. Un settore sul quale l’attenzione resta altissima e che ha visto i legali della Confederazione impegnati in notissime cause di lavoro sia in tribunali ordinari che in quelli europei.
Anche se nel Sannio le tessere non scarseggiano, il dato nazionale, il contestuale mutamento del mercato del lavoro e la crescita del numero dei precari dovranno portare necessariamente la sigla sindacale ad una riflessione.
“A settembre ci sarà la conferenza nazionale – ha concluso il segretario generale sannita – e lì rifletteremo sulle novità da mettere in campo. Tuttavia, va sottolineato che il sindacato è cambiato, ha cambiato pelle per venire incontro alle nuove generazioni che oggi sono la categoria più debole”.
L’intervista nel servizio video.