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Gay Pride a Benevento, aderisce anche il comitato provinciale ARCI

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Il comitato provinciale ARCI di Benevento comunica la propria adesione alla manifestazione regionale del Gay Pride del prossimo 6 giugno in città. Pur essendo l’ ARCI (Associazione Ricreativo Culturale Italiana) un’entità associativa differente da ArciGay (che è però una confederata), riteniamo doveroso sostenere moralmente, fisicamente e organizzativamente, questa grande manifestazione assieme ai nostri 10 circoli del territorio.

Questo perché anche a Benevento, così come in tutta la Provincia, – si legge nella nota inviata dall’ARCI – è arrivato il momento di parlarne, e non solo il 6 giungo. E’ una battaglia di civiltà, è una battaglia per i diritti, è una battaglia per il riconoscimento del proprio modo di essere, che in quanto tale, va considerato con il dovuto rispetto e senza l’ ipocrisia di chi, con un fare fintamente liberale, mostra il fianco al luogo comune e scade nel giudizio stereotipato appena può, tipico atteggiamento dei centri cittadini più piccoli come Benevento, per non parlare poi della provincia.

Abbiamo accolto con entusiasmo l’apertura del collettivo WAND e dell’Unione degli Studenti, che hanno saputo cogliere per primi l’opportunità di tenere nel nostro capoluogo un evento così carico di significati sia per la collettività che per gli stessi singoli. Non ci sembra il caso pertanto di dare adito a discussioni, del tutto inutili, inappropriate e strumentali, che derivano da alcuni ambienti della speculazione filosofico-moralista o prettamente politici: a questi concittadini preferiamo ricordare che è opportuno indignarsi davvero, se la gente muore in mare a poche miglia dalle nostre coste mentre in Italia qualcuno festeggia senza dignità tali tristi avvenimenti, e purtroppo non si tratta di sparuti e singoli soggetti, ma di significativi substrati socio-culturali strumentali alle politiche degli struzzi, che nascondono la testa sotto la sabbia.

Allo stesso modo, – continua il comunicato – sono irricevibili i moniti “al decoro e alla decenza” da parte di alcuni giovani di partito, nel caso in specie proprio quel partito che tra i diversi scandali perpetrati in venti anni di governo, annovera episodi di intrattenimento con prostitute di ogni età e altra gente di malaffare e che, con aurea di estraneità derubricano quella del 6 giugno a una “strana tendenza a mettersi in mostra” o che, ancora, con altrettanto decoro e decenza, nel caso degli sbarchi “affonderebbe direttamente i barconi in mare” (come recentemente dichiarato dalla “moderata” Daniela Santanchè, che di quel partito è un importante esponente) .

A questi ragazzi vorremmo ricordare che non tutti i cittadini possono permettersi un pull di avvocati, come il loro leader insegna, per difendere oltre modo solo i suoi interessi intimi o di bottega. La gente scende in piazza a manifestare perché un diritto così basilare, come quello di amare e vedersi riconosciute dalla legge dello Stato le conseguenze giuridiche della propria relazione sentimentale, è diventato oggi un traguardo verosimilmente raggiungibile, ed è per questo che bisogna ancora insistere e manifestare, per raggiungerlo, non per mettersi in mostra.

Se poi per un solo giorno vi saranno anche “maschere colorate”, – conclude la nota dell’ARCI – è bene sapere che dietro quelle maschere ci sono delle vite che durante tutto l’ anno vivono in silenzio una loro sofferenza, che studiano, lavorano, che fanno sacrifici come e più degli altri proprio in virtù della “diversità” di cui la società ancora oggi ingiustamente li macchia. Per cui invitiamo i benpensanti “signori incravattati” a non biasimare nessuno, e a non dolersi, perché la cronaca ci ha abituati ad avere più paura di una cravatta indossata 365 giorni l’ anno, piuttosto che una maschera in un giorno di festa, con lo scopo di scuotere le anime sopite che troppo spesso sono pronte solo a giudicare il prossimo per poi ritornare di nuovo con la testa sotto la sabbia.

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