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La Caritas raccoglie l’Sos della Rete Sociale sui tre malati psichici: “Ma non è giusto dare per carità, ciò che spetta di diritto”

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Emilio, Carmela e Ivan le tre persone affette da disagio psichico per le quali “La Rete Sociale”, ieri, aveva chiesto pubblicamente aiuto alla Caritas, potranno passare un sereno Natale.
Ma proprio le parole contenute nella lettera di risposta di Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas inviata prontamente all’Associazione di Familiari dei sofferenti psichici, sollevano inquietanti interrogativi di tipo “terapeutico” sulla mancanza di tempestività e di impegno con i quali il Servizio Pubblico di Salute Mentale assolve ai suoi doveri sulla “presa in carico” di pazienti psichiatrici, obbligatoria per legge.
Scrive, infatti, Don Nicola nella sua lettera al Presidente della “Rete Sociale”, Serena Romano: “Gentile Serena, innanzitutto mi preme ringraziarla per la premura che Lei e la Sua associazione dimostra ogni giorno per i più deboli. Dopo aver riletto attentamente l’SOS lanciato in aiuto di Emilio, Ivan e Carmela, la Caritas Diocesana di Benevento ha richiamato tutte le strutture di accoglienza a noi vicine perchè dessero un chiaro segnale di accoglienza a chi, abbandonato dai servizi pubblici, si troverà a vivere una condizione di estremo disagio proprio nel periodo delle festività natalizie.
Hanno raccolto l’invito le Cooperative Sociali impegnate a Benevento, Chianche, Roccabascerana e Campolattaro. Potete dire, dunque, ai diretti interessati di poter contare su di noi, contattando il nostro Centro Ascolto in piazza Orsini anche in giornata o al massimo nella giornata di domani. Già da domani sera potranno essere alloggiati presso le strutture suddette.
Ciò solo per provvedere in tempi brevissimi ad un’esigenza di amore fraterno che non può tollerare tempi di attesa: ma ci aspettiamo che l’azione di advocacy portata avanti da Lei e dai suoi soci riporti immediatamente lo stato di diritto. Non siamo affatto soddisfatti, infatti, di dover dare per carità ciò che spetta di diritto a questi fratelli”.
Una risposta tempestiva ed efficace, infatti, non è un “optional”, ma un elemento ineliminabile per il buon risultato di ogni terapia: fisica o psichica che sia. Ed avere una terapia efficace dal Servizio Pubblico finanziato dai cittadini non è una concessione, né un’elemosina: è “un diritto” esigibile per legge per quale si battono proprio le Associazioni di Familiari il cui ruolo, non a caso, è ormai istituzionalmente riconosciuto.