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Elezioni regionali, i senza casa attaccano: “Il sindaco Pepe non merita di essere candidato”

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“E’ veramente singolare la richiesta di Fausto Pepe di candidarsi alla Regione Campania per le prossime elezioni. Stentavamo a crederci e invece è da riconoscere che il coraggio non manca al primo cittadino.
Fausto Pepe chiede un bilancio del suo operato al proprio partito ma dovrebbe avere la decenza di chiederlo innanzi tutto ai cittadini”. A scriverlo in una nota è il Movimento di Lotta per la Casa.
“Non c’entrano – aggiunge – le inchieste e i coinvolgimenti giudiziari di cui lui e la sua giunta sono stati protagonisti, poichè su quelli sarà la magistratura a fare chiarezza anche se comunque pesa il dato etico, c’entra bensì un giudizio politico che è inesorabile.
Fausto Pepe è stato probabilmente uno dei peggiori sindaci della nostra città se guardiamo all’arroganza e l’indifferenza con cui quest’ultimo ha trattato e continua a trattare le questioni sociali, lavorative e ambientali di Benevento.
Il Sindaco Pepe – continuano i senza casa – è riuscito a vincere le scorse elezioni con un programma che parlava di Benevento solidale, con un programma innovativo sulle questioni sociali e dei diritti. Fausto Pepe ha ottenuto gran parte dei consensi ed è riuscito a vincere con il voto dei quartieri popolari e soprattutto del Rione Libertà dove ha avuto una maggioranza schiacciante. Paradossalmente però sono stati proprio i quartieri popolari a pagare il prezzo più alto in termini di costi sociali e di istanze negate e non riconosciute.
I poveri, i precari, i disoccupati, i senza casa, i soggetti sociali colpiti dalla crisi economica che viviamo negli ultimi anni, sono state le categorie maggiormente colpite da una cieca politica dei tagli che ha badato al risanamento dei conti tutto in virtù del mantenimento della propria poltrona. La balla colossale che ci viene ripetuta da tempo è che il Comune di Benevento e quindi Pepe ha evitato la dichiarazione del dissesto.
Quello che viene omesso da tutti in realtà – prosegue il Movimento – è che il decreto salva enti e i prestiti garantiti dalla cassa depositi permettevano di salvarsi dal dissesto a patto di adottare le stesse misure economiche che vengono adottate in caso di dissesto. L’unica differenza è che restano ai propri posti gli amministratori locali ma nei fatti quello che abbiamo subito è un commissariamento da parte del Ministero, della Cassa Depositi e Prestiti che impongono le loro ricette economiche.
In 5 anni i Servizi Sociali hanno subito tagli progressivi, le tasse sono giunte ai massimi livelli, i servizi sono poco efficienti. Da contraltare però i tagli non hanno colpito i compensi, le assunzioni dei dirigenti e i mille sforzi per fari sì che quest’ultimi avessero il posto a tempo indeterminato. Ai tagli ai servizi sociali, ai servizi alla persona, alle mense, alle imposte aumentate non hanno fatto seguito invece i tagli agli sprechi e ai privilegi che nella città di Benevento sono rimasti intatti e indisturbati.
Il primo grande mito da sfatare dunque è che il debito è stato ripianato da Fausto Pepe che si vanta di questo merito, il debito è stato ripianato dai cittadini, in particolare le fasce più povere e più precarie. Fausto Pepe si è limitato ad essere un ragioniere, ovvero portare avanti i conti e fare quello che gli veniva imposto dai livelli più alti. Non a caso è stato chiamato un tecnico da Napoli a svolgere il lavoro sporco, ovvero l’Assessore Coppola.
Certo gran parte dei media main stream e dell’opinione pubblica ci dirà: cosa poteva fare? Poteva limitarsi a fare il Sindaco e sfruttare la propria posizione all’Anci per dare vita ad uno scontro istituzionale ponendo al centro di esso gli interessi dei comuni e in particolare dei propri cittadini. Pochi giorni dopo i fatti di Genova, emblematiche sono state le posizioni del governatore della Toscana, il quale dichiarava di rifiutarsi di accettare le imposizioni governative sulla riduzione della spesa per i lavori di riassesto idreogeologico al fine di prevenire i danni di eventuali cataclismi. Ecco noi che abbiamo sostenuto un programma che parlava di città solidale ci saremmo aspettati che il Sindaco avesse difeso gli interessi della comunità e invece Fausto Pepe è stato capace di trasformare la città solidale in una città classista, arrogante e sorda e indifferente agli allarmi sociali.
Quando abbiamo votato per la Benevento Solidale – spiega nel comunicato – non abbiamo votato per una giunta che chiude sistematicamente le porte del Comune a chi rappresenta un istanza sociale, non abbiamo votato la repressione alle porte di palazzo mosti e le manganellate a studenti e donne inermi eppure Fausto Pepe ne è stato l’assoluto protagonista. I cittadini non hanno di certo votato per un Comune che ai problemi sociali fa spallucce, scaricando la responsabilità sugli altri, con un sindaco che si rende irreperibile per far si che la legge faccia il suo corso. La città solidale che ci immaginavamo non era di certo la città che sgombera poveri cristi da una struttura comunale gestita dalla chiesa mentre il Sindaco della città si rende irreperibile per l’intera giornata.
Fausto Pepe si era assunto l’impegno dell’anagrafe delle utenze ma quest’ultima è stata affossata dai suoi stessi collaboratori perchè non è possibile sapere evidentemente come è stato gestito il patrimonio comunale abitativo. Il grande paradosso è che persone senza casa vivono nelle scuole mentre strutture come le ex orsoline sono monopolizzate dalla chiesa che decide il bello e il cattivo tempo, il paradosso è che la Benevento solidale preferisce tenere senza casa nelle scuole e appartamenti comunali a chi non ha diritto.
La città solidale che immaginavamo non prevedeva che il capo della polizia municipale diventasse al tempo stesso dirigente di un settore strategico e delicato come i servizi sociali e che quest’ultimi sarebbero stati presidiati da guardie private. La città solidale non era quella silente o a tratti connivente dinanzi ai grandi scempi ambientali come la centrale a turbogas o peggio le trivellazioni petrolifere.
Oggi Fausto Pepe millanta meriti e avanza pretese per la sua candidatura omettendo che lo stato in cui versa la città non è solo colpa della crisi economica con la quale prova a discolparsi da anni ma anche della sua inettitudine e totale indifferenza alle classi sociali deboli che lo hanno votato. Il Governo Pepe passerà alla storia per essere stato il più fido e probo servitore degli interessi e dei poteri forti, come la Curia beneventana a cui in 8 anni ha delegato e affidato la gestione dei servizi sociali e alla quale non è mai stato chiesto nulla in cambio, e come il flagellatore dei poveri, dei precari soprattutto se questi osavano rivendicare un diritto.
In questi anni Fausto Pepe si è difeso attraverso l’arma della propaganda e dinanzi ad ogni problema sociale diceva che lui non aveva alcun potere in merito omettendo però che la sua Giunta non ha fatto per queste persone quello che rientrava nei propri doveri. L’unico caso è stato quello di destinare la scuola di San Modesto ai senza casa ma solo dopo che un giudice con una apposita sentenza lo obbligava a farlo.
Fausto Pepe – conclude il Movimento di Lotta per la Casa – non merita di essere candidato alla Regione Campania perchè non ha mantenuto gli impegni presi con la città, perchè ha fallito e non ha difeso la comunità quando doveva farlo, perchè in Regione Campania serve la serietà di chi mantiene parola agli impegni presi, serve chi è capace di difendere la nostra comunità e non chi è stato abile e certosino a costruire la propria carriera”.