Religione
Un anno con Papa Francesco. Don Pompilio Cristino: “La grande rivoluzione sta nella sua semplicità”
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E’ passato un anno dall’elezione al soglio pontificio di Papa Bergoglio, che con gesti semplici, parole intrise di umiltà e di vera carità cristiana, ha determinato un cambiamento epocale nella chiesa cattolica.
Già con la scelta del suo nome, come quello del Santo Poverello, e con la richiesta ai fedeli di tutto il mondo, sin dal primo saluto alla finestra dopo al fumata bianca e in ogni occasione di dialogo, di pregare per lui, Francesco ha segnato il passo, testimoniando quotidianamente la necessità di portare la chiesa tra la gente, come “ospedale da campo”, verso le “periferie esistenziali” e geografiche, in nome della vicinanza a chi soffre, dell’aiuto concreto e manifesto ai poveri, verso chi, come egli stesso ha detto, “fa l’esperienza del fallimento di un amore”.
L’impegno “a lavorare di più per costruire una teologia della donna”, l’apertura verso gli omosessuali, costruire un vero cammino missionario fatto di semplicità e di essenzialità, slegato dalla dogmaticità e dalle dottrine: questi gli elementi che caratterizzano l’apostolato di Francesco, che ha trasgredito tutti i protocolli cerimoniali per avvicinarsi ai fedeli e ai giovani, utilizzando gesti e linguaggi comuni e comprensibili a tutti.
Un Papa rivoluzionario che qualcuno ha definito modernista.
“La grande rivoluzione – ha detto ai nostri microfoni Don Pompilio Cristino, vicario generale della diocesi di Benevento – sta proprio nella semplicità con cui Papa Francesco si avvicina alla gente. “Anche i sacerdoti della chiesa beneventana si sentono interpellati dal messaggio di Bergoglio – ha aggiunto.
Don Pompilio Cristino ha, poi, smentito gli annunci ufficiosi su una visita pastorale del Papa nel Sannio quast’anno.