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Titerno

A Cerreto Sannita il nuovo Presepio Storico Popolare realizzato dagli architetti Calandro e Pagano

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Lo scorso 10 novembre 2013, è stato benedetto dal vescovo della Diocesi di Cerreto S. – Telese – Sant’Agata de’ Goti, Michele De Rosa, il rinnovato Presepio Storico Popolare di Cerreto Sannita, presso la Chiesa di San Martino Vescovo.

In particolare, la rappresentazione presepiale, già realizzata e fruibile lo scorso anno, è stata arricchita da altri spaccati di vita quotidiana a testimonianza della laboriosità artigianale e culturale della suddetta cittadina, ossia: la Fucina del Fabbro, che richiama quella ancora presente in Piazza Roma, dove al tempo, alle prime luci dell’alba l’intero rione limitrofo si risvegliava al suono dei ripetitivi e convulsi tintinnii creati dalle lavorazioni eseguite nella varie botteghe dei fabbri stessi; la Bottega dei Panni lana, con una testimonianza del bardiglione; la riproposizione della Bottega del Ceramista, con i tipici manufatti ceramici dell’epoca, ossia albarelli, acquasantiere, brocche, piatti, porta profumi, anfore ed altri manufatti da pompa e da parata; la visibilità dell’Interno di un Palazzo con la tradizionale architettura, ossia al piano terra le botteghe, al primo piano l’abitazione e sotto il tetto la cucina che solitamente era dotata di annesso forno, dove l’acqua necessitava di essere trasportata con i suddetti manufatti tipici della ceramica.

Questo presepio permanente è una esperienza visiva particolarmente intensa, poiché è una continua scoperta ed una costante sorpresa che accompagna ed asseconda lo stato d’animo e le sensazioni del visitatore, fatta di luce, percezione e spazio che avvolge il visitatore stesso, in un campo visuale armonioso, dove le articolate luci programmate accompagnano la simulazione del vissuto quotidiano, nell’arco di una intera giornata.

Quest’anno, inoltre, è possibile ammirare, ma solo nel periodo natalizio, la Natività ambientata e composta sul portale della Chiesa Parrocchiale ed ispirata ad una pregevole tela, presente nella Chiesa di S. Maria di Costantinopoli “La Congregazione”.

Si ricorda, in particolare verso la Natività, la devozione dei Padri Teatini e la particolare cura che ebbero, questi ultimi, nel tenere sempre vivo il culto del Presepe come “segno” e presenza materica e domestica della Nascita di Gesù Cristo, e che si deve far risalire all’apparizione che ebbe San Gaetano nella notte del Natale del 1517, nella Cappella del Presepe di Santa Maria Maggiore in Roma, mentre era in adorazione della “reliquia” della culla del Redentore: ‘ il Glorioso San Gaetano fu faurito dalla Vergine Santissima di ricevere il Santissimo Bambino nella sue braccie ‘.

Nella nostra società, attualmente, sempre più multietinica e multireligiosa, il Presepe rappresenta una esperienza unica, anche per coloro che appartengono ad altre confessioni, ma che vogliono comunque sperimentare questa luce viva cristiana, in piena libertà ed in completa coscienza, senza avversità e senza costrizioni, perchè per capire bisogna conoscere, per conoscere bisogna andare alle fonti ed andare alle fonti é bere acqua pura, fresca, genuina, vicina alle vette.

Le suddette rappresentazioni presepiali, ed in particolare del presepio permanente che rappresenta la materializzazione di un sogno, desiderato da tempo, in particolare dal parroco don Edoardo Viscosi, della Parrocchia di San Martino Vescovo, sono stati realizzati con l’entusiasmo del sig. Luigi Nunziante e la maestria degli architetti Lucia Calandro e Domenico Pagano.

Si riporta, nuovamente, nel presepio permanente, la rappresentazione delle seguenti scene, ossia: la scena della Natività, che è stata ambientata nell’antica tintoria; la donna seduta con i bambini, che è una rivisitazione storica di un’antica immagine di vita cerretese; la scena di mercato domenicale, anni ’50.

Si ricorda, infine, che il supporto fotografico è stato dato dallo Studio Albatros di Gabriele Porto e che per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi al parroco don Edoardo Viscosi oppure al sig. Luigi Nunziante.

(Architetto Daniela Santagata)

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