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Ex Consorzi Rifiuti, Mancini scrive all’assessore Aceto: “Trovare una soluzione immediata per il nostro reinserimento lavorativo”

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Lettera aperta all’assessore provinciale all’Ambiente, Gianluca Aceto, da parte di Piero Mancini, dipendente dell’ex Consorzio Rifiuti Bn3. Nella missiva Mancini rivendica il reinserimento lavorativo e annuncia un presidio permanente dei lavoratori presso gli uffici della Provincia dal 12 gennaio prossimo. Alla Rocca, inoltre, viene chiesto di stanziare le risorse necessarie per nuovi contratti: secondo Mancini, infatti, i soldi potrebbero essere stanziati riducendo di un quarto le consulenze esterne annuali dell’Ente.
Questo il testo integrale della lettera.
“Egregio assessore,
il progetto regionale, che ci ha permesso di ritornare al lavoro anche se solo per quattro mesi, è finito. Noi non vogliamo, né possiamo, ritornare, in ordine e silenti, a casa. La disperazione non ci ha mai abbandonato in questi quattro mesi. Nemmeno lo stipendio, dopo trenta mesi, ha alleviato i nostri gravissimi problemi. La nostra veloce discesa sociale non è stata rallentata né fermata.
Da stipendiati, senza problemi, siamo diventati prima poveri, poi indigenti con la prospettiva definitiva di diventare miserabili e barboni. La disperazione è cattiva consigliera e annebbia la mente. Facilmente si sbaglia e si possono commettere azioni anche molto gravi. Noi ci ritroviamo in pieno coinvolti in questa pericolosa, per noi e per gli altri, condizione psicologica.
Noi non vogliamo tornare a casa a contare le ore che non passano mai, a macerarci e arrovellarci sul nostro amaro destino. Noi vogliamo ritornare definitivamente a svolgere le nostre mansioni.
Per questo dal 12 gennaio ci recheremo negli uffici della Provincia affinché ci ricollochi, quanto prima, nel nostro legittimo posto di lavoro. A noi non interessa essere invischiati nelle diatribe tra Regione, Provincia e Comuni. Il classico scaricabarile italiota. A noi interessa solo lavorare.
Per questo chiediamo di poter continuare a svolgere le nostre mansioni anche con la formula del progetto. Se la Regione non lo rifinanzia chiediamo alla Provincia di stanziare le risorse necessarie. Non è una cifra proibitiva visto che non bisogna ripetere le visite mediche, ricomprare il vestiario e gli automezzi. Per altri quattro mesi basta circa un milione di euro. Se c’è la volontà politica le risorse si trovano facilmente, di questo siamo certi e pienamente convinti.
Basta, ad esempio, ridurre di un quarto le consulenze esterne che normalmente ogni anno spende l’Amministrazione. La nostra presenza giornaliera negli uffici della provincia ricorderà a lei, e a tutti gli altri componenti della Giunta, che il nostro problema deve essere definitivamente risolto. E’ necessario ridare, dopo tre anni, la serenità a tante famiglie. Non sappiamo che farcene delle solite litanie, che da troppo tempo ascoltiamo.
Chiediamo alla Provincia una necessaria e non più rinviabile assunzione di responsabilità atteso che non è venuta meno alcuna prerogativa amministrativa e che l’Ente aveva già pubblicato il Bando per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Noi le chiediamo di trovare immediatamente, insieme ai commissari liquidatori, una soluzione anche transitoria. Come è comprensibile, e naturale, ai lavoratori non resterà altro che ricominciare a lottare se ciò non dovesse verificarsi.
Intanto, grazie alle grandi capacità professionali dell’avvocato Biondi, dell’Ufficio Legale della CGIL e suo concittadino, ai lavoratori dipendenti del consorzio Bn2, di cui fa parte anche il Comune di Telese che lei amministra, è stato recapitato un nuovo assegno di seicento euro. Una nuova rata derivante dagli atti ingiuntivi che i Comuni, per ordine del Tribunale, sono costretti a pagare in favore degli operatori di quel consorzio. Risorse che i Comuni faranno, naturalmente, pagare ai loro amministrati già oberati di tasse, a tutti i livelli.
La Corte dei Conti dovrebbe condannare tutti gli amministratori maneggioni, che si sono resi protagonisti di uno scandalo di enorme portata. La manovra politico-clientelare che ci ha estromesso, per far posto a società, cooperative e aziende amiche che hanno assicurato l’assunzione clientelare, con implicito voto di scambio, dovrebbe essere anche sanzionata dalla magistratura ordinaria. La lotta ricomincia, con più rabbia e determinazione”.