POLITICA
Referendum salva accorpamenti: Piacenza al voto per passare con la Lombardia. Benevento ha i giorni contati

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La strada del riordino delle Province, tracciata dal ministro Patroni Griffi, sembra essere giunta ad un bivio. La scelta è tra l’accettare l’accorpamento, spesso con province rivali nella storia, oppure intraprendere la strada della separazione dalla Regione di appartenenza.
A Piacenza non hanno nessuna intenzione di ricreare l’antico ducato con la provincia di Parma. Meglio lasciare l’Emilia-Romagna. Detto, fatto. La Cassazione ha infatti dato il via libera al referendum di Piacenza per passare con la Lombardia. Una decisione storica, dopo che a Belluno era già stata bocciata un’iniziativa analoga, che potrebbe costituire un precedente per molte province inserite nella lista nera del Ministro. La Presidenza del Consiglio avrà 90 giorni per individuare la data delle elezioni, che potrebbero coincidere con le Politiche di primavera. Anche se l’ultima parola spetterà sempre alle due Regioni interessate.
Una notizia, siamo sicuri, che darà nuova linfa ai promotori del referendum per il Molisannio. L’addio alla Regione Campania ed il passaggio con il Molise sembra l’unica possibilità per mantenere in vita la provincia di Benevento. L’alternativa, sarebbe la doppia provincia Sannio-Ipinia o Irpino-Sannita, il nome poi si vedrà, che consegna, nota positiva per i sanniti, il capoluogo alla città con il maggior numero di abitanti, in questo caso Benevento. Proprio quest’ultimo punto potrebbe rendere rendere meno amaro il boccone, anche ai puristi della storia, che gridano allo scandalo per la volontà del Governo di mettere la parola fine ad una delle più antiche province italiane.
Ancore di salvezza nel Sannio non c’è ne sono quasi più. Nel tempo concesso dal Governo la Regione Campania e le sue Province non sono riuscite a presentare neanche uno straccio di piano che ipotizzasse un riordino. Patroni Griffi aveva concesso loro l’ultima opportunità: fatemi vedere cosa volete e poi ne discutiamo. Inutile. Bocciato, ancor prima di arrivare a Roma, il piano presentato dal Presidente Cimitile, quello definito da alcuni il “risiko sannita”, perchè basato sulla cessione e accorpamento di comuni tra le province. Tanto che anche Sommese, assessore della Regione Campania ai Rapporti con le autonomie locali, ha alzato le mani e ha tirato fuori la parolina magica “deroga” per rinviare la discussione del riordino delle Province “all’interno di un discorso di revisione dei confini di tutte le Regioni del Mezzogiorno”.
In effetti già da molto tempo c’è qualcuno che sta, attraverso la proposta del referendum, cercando di rivedere i confini, se non di tutte le regioni del sud, almeno di quella campana, preferendo per Benevento il verde molisano invece di quello irpino. Un referendum che potrebbe, in via teorica, permettere la sopravvivenza di Benevento come provincia, abbandonando la Regione Campania e passando con il Molise.
E’ nato un comitato per promuovere il referendum per la creazione del Molisannio, si sono raccolte firme, si sono registrate adesioni alla causa di politici e rappresentati istituzionali, ma, se guardiamo alla svolta referendaria di Piacenza, qui siamo ancora molto indietro. Certo anche per la provincia del nord a decidere alla fine, oltre ai cittadini, saranno le due regioni dell’Elimia-Romanga e della Lombardia. Qualora si verificasse un’improvvisa accellerata verso il referendum anche nel Sannio, l’ultima parola l’avrebbero Campania e Molise, e, sinceramente, non sembra che gli amministratori della vicina Regione abbiano mai profuso parole di gioia per questa ipotetica unione. Sarà per la presunzione di chi considera questa fusione quasi una campagna di conquista e non un atto di unione di due realtà molto simili, una spinta per uno svilippo socio-economico sinergico dei due popoli, la crezione di una nuova Regione che fonda le sue basi sulla parità e il rispetto del Molise e del Sannio, dove, insomma, anche la consegna del capoluogo a Benevento non è scontato come molti vogliono far apparire.
Tra riodini, speranze di deroghe, spinte referendarie, il tempo per Benevento stringe. Il ministro Filippo Patroni Griffi ha annunciato per venerdì prossimo il decreto in cui sarà scritto come e quando gli accorpamenti saranno ufficiali.
Erika Farese