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World Supersport Championship, a Mosca solo un 23° posto per Lombardi

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Solo un 23° posto per il motociclista Dino Lombardi e il Team Pata by Martini nella gara d’esordio del World Supersport Championship in terra russa, presso il nuovissimo circuito Moscow Raceway. Un corsa sul tracciato moscovita che non è stata certo delle più facili: le condizioni meteo, sempre incerte, e il dover correre su di una pista completamente sconosciuta, hanno reso questa prima trasferta in Russia estremamente complessa da gestire.
Malgrado le difficoltà sopracitate, i tecnici del Team Pata by Martini e Dino Lombardi hanno cominciato molto bene il proprio turno di qualifiche e prove ufficiali, con tempi e passo di gara molto vicini alle prime dieci posizioni della classifica. Purtroppo, all’ottimo inizio non è seguita un altrettanto performante fase di gara, che ha visto Dino Lombardi tenere un ottimo passo per una buona metà dei giri previsti, fino ad agguantare la zona punti, per poi doversi inesorabilmente arrendere nella fase finale; al termine della prova, infatti, il pilota di San Giorgio del Sannio non è riuscito ad andare oltre la 23° posizione, ben lungi dal potenziale mostrato nelle prove libere.
“Mi aspettavo tutta un’altra gara – ha detto Lombardi -. I grandi passi in avanti fatti durante le prove libere ci avevano dato degli ottimi riscontri cronometrici e la possibilità di lottare nei primi dieci, questa volta più che mai, sembrava essere alla nostra portata. Purtroppo ci si son messi di mezzo un meteo molto incerto e la pista completamente nuova da affrontare. Penso – ha aggiunto – di aver dato il massimo e so che anche la mia squadra ha fatto lo stesso. Mancano solo tre gare al termine del campionato, ce la metterò tutta per concludere questa difficile stagione nel migliore dei modi”.
“In questa gara abbiamo sofferto per alcuni problemi di messa a punto della moto – ha spiegato il team manager Claudio Quintarelli. Peccato, perché il week end era iniziato nel migliore dei modi e tutto lasciava presagire un finale altrettanto positivo. Devo ammettere – ha proseguito – che lo sviluppo della nostra Yamaha R6 è stato ancor più complicato a causa delle difficoltà presenti nel circuito russo, ovvero una pista completamente nuova e il meteo sempre molto incerto: variabili che hanno dato a tutte le squadre parecchi grattacapi e che nel nostro caso han pesato forse ancora di più”.