Valle Telesina
Comune di Cerreto Sannita, ‘il paradosso di ricorrere ad un esperto esterno’
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“C’è un paradosso incontestabile nell’affidamento ad un esperto esterno dell’incarico di ricercare soluzioni per sanare la disastrosa situazione economica del comune di Cerreto Sannita (Benevento)”, scrive in una nota diffusa alla stampa Giovanni Pio Marenna, associazione politico-culturale “Da sempre per Cerreto”.
“L’esperto in questione, Pierluca Ghirelli della Prefettura di Napoli, percepirà 1.300 euro al mese più spese ed oneri accessori (per un totale, cioè, di oltre 2.000 euro). E’ insensato e contraddittorio non poter pagare le mensilità ai dipendenti comunali interni e poi scucire, su un vassoio d’argento, una lauta retribuzione ad un nuovo dipendente esterno. Tra l’altro questo professionista esterno dovrà percepire comunque quanto pattuito sia che riuscirà nell’intento, sia che non ci riuscirà (contribuendo così ad indebitare ulteriormente le già misere casse comunali). Ben vengano i tecnici se la politica è incapace di risolvere i problemi (ovviamente i tecnici non sono i benvenuti se di problemi ne creano di nuovi). Ma se la situazione delle casse dell’ente è così catastrofica ed indecifrabile da non poter essere risolta dai dipendenti comunali del settore economico-finanziario (di fatto commissariati) e dall’assessore di competenza (che, in questo caso, è lo stesso sindaco) e da dover far ricorso ad un esperto esterno (pagato ovviamente da noi), qualcuno dovrebbe prendere atto della propria incompetenza invece di far pagare altri soldi ai cerretesi”.
“Se la politica – prosegue Marenna – non riesce ad arrotolare i vari gomitoli e decide di affidare ad un tecnico, assumendolo, il compito che spetta a dipendenti comunali ed amministrazione, i politici in questione (eletti, d’altronde, proprio per trovare soluzioni) dovrebbero avere il buon senso e la correttezza di farsi da parte. Ma qui di buon senso e di correttezza non se ne vede neanche l’ombra. Se ci fossero stati, le casse comunali non sarebbero affondate in profondo rosso, gli incarichi alle ditte di famiglia e a stretti parenti di consiglieri comunali non si sarebbero mai visti, frasi di intolleranza verso chi ha idee diverse non se ne sarebbero mai sentite e bandi di concorso interni non sarebbero mai risultati illegittimi. Ogni riferimento alla sentenza del Tar sul concorso per comandante dei vigili urbani è puramente voluto”.