CRONACA
Truffe ai danni di parroci di piccoli comuni, ordinanza di custodia cautelare per due sanniti
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I Carabinieri della Stazione di Solopaca (Benevento), questa mattina, a conclusione di una complessa ed articolata attività d’indagine denominata “operazione caritas” hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) nei confronti di Massimo Canelli, 47enne di Solopaca e Raffaele Coppola 50enne di San Salvatore Telesino, indagati per il reato di truffa in concorso nei confronti di numerosi preti delle province di Benevento, Avellino, L’Aquila, Potenza e Isernia.
Il provvedimento ha avuto origine da una mirata attività info-investigativa, iniziata nell’aprile del 2010, dai carabinieri di Solopaca guidati dal maresciallo Zanfardino, nel corso della quale è stato accertato che i due, già noti per reati specifici, avevano messo in atto una vera holding della truffa con un meccanismo ben rodato per truffare alcuni parroci di piccoli comuni delle citate province, sfruttando il loro animo caritatevole verso il prossimo, anche se la scusa utilizzata è risultata molto vecchia e ricorda alcuni films di Totò e De Sica degli anni 60’. Il modus operandi era il solito: Canelli si presentava al prete di turno prospettando l’imminente pericolo “immaginario” di vita in cui versavano la moglie e/o uno dei figli, anche se lui risulta celibe, a causa di una grave patologia, per cui necessitavano di costosa operazione di trapianto di organi. La straziante storia raccontata con mestiere e soprattutto con dovizia di particolari era avvalorata da una telefonata fatta nell’immediatezza sul telefonino del Coppola che, qualificandosi quale parroco di Solopaca, confermava, al religioso di turno, quanto asserito dal complice confermando che anche lui aveva più volte aiutato il “poverino” ed inducendo in questo modo il “confratello” ad esaudire la richiesta.
In un caso, addirittura, visto che aveva ricevuto un diniego alla proposta d’aiuto, sempre il Canelli aveva fatto impaurire un prete prospettandogli di recarsi presso la sua parrocchia e minacciando di suicidarsi fuori dalla chiesa. Le somme che i due riuscivano a farsi consegnare variavano da un minimo di mille fino a 7mila euro. Al termine delle formalità di rito i due sono stati messi all’obbligo di dimora presso le rispettive abitazioni.