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CRONACA

‘Virgo Fidelis’, l’allocuzione del Comandante Provinciale dei Carabinieri

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Presso la Chiesa del Sacro Cuore della Scuola Allievi Carabinieri, è stata celebrata oggi la “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma.
Alla funzione, officiata da monsignore Andrea Mugione, ha preso parte il Comandante Provinciale col. Antonio Carideo.

Di seguito l’allocuzione pronunciata dal Comandante Provinciale.

***

Eccellenza Reverendissima,
non è facile prendere la parola dopo la Sua bella e forte omelia. Il privilegio che ci ha donato di celebrare la solenne liturgia della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma, ci fa sentire tutti, veramente, come nella casa del Padre e, allora, posso adempiere a questo mio compito con serenità, ringraziandoLa, a nome di tutti i Carabinieri del Comando Provinciale e della Scuola Allievi di Benevento, dal più profondo del cuore.

A te Don Emilio,
custode premuroso di questa meravigliosa Chiesa del Sacro Cuore, un abbraccio fraterno: sei per ognuno di noi non solo un esemplare Ministro di Dio ma un insostituibile riferimento.

Al Colonnello Antonio Bandiera,
a cui mi lega una non formale amicizia, la mia gratitudine per aver organizzato in maniera così accogliente questo intenso momento di preghiera.

Alle Autorità intervenute,
rivolgo un grazie sentito per aver voluto confermare, con la loro presenza, ancora una volta, i sentimenti di stima e considerazione nei confronti della nostra Istituzione.

Porgo a lei Signor Generale Augusto Del Monaco il mio rispettoso saluto, che estendo con affetto a tutti i nostri commilitoni che ci hanno preceduto nei ranghi e continuano a testimoniare le tradizioni dell’Arma.

Inoltre, un deferente pensiero e una carezza di riconoscenza alle vedove dei nostri caduti, che rappresentano idealmente, con coraggio e dignità, tutte le nostre famiglie, che con noi condividono la difficile ma esaltante vita che abbiamo scelto.

Sua Santità Pio XII, l’11 novembre 1949, in Castel Gandolfo, promulgò la “bolla” con cui concesse all’Arma dei Carabinieri, come Santa Protettrice, la Beatissima Vergine Maria, con il titolo di “Virgo Fidelis” e stabilì che fosse annualmente commemorata il 21 novembre, giorno in cui ricorre l’anniversario della battaglia di Culqualber, combattuta dai Carabinieri nel corso del secondo conflitto mondiale.

Infatti, il 21 novembre 1941, il 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato, si immolò per la difesa del caposaldo di Culqualber in una delle ultime cruente battaglie in terra d’Africa Orientale.

In una testimonianza, il Capitano Leonard Mallory dell’Esercito Britannico riferiva:
“.. erano rimasti in sei o sette, erano laceri e sanguinanti e si erano raggruppati uno contro le spalle dell’altro e con le loro baionette avevano creato una specie di cerchio d’acciaio. “Arrendetevi!”, urlai con quanta voce avevo in corpo, sovrastando per un’attimo il rumore del combattimento. “Arrendetevi!”. Le mie parole, che speravo fossero seguite da un segno di resa da parte di quei Carabinieri che si stavano battendo così eroicamente fino alla spasimo, ebbero invece come risposta il loro grido di guerra: “Savoia!”. E ancora una volta, inconcepibile a pensarsi e meraviglioso a vedersi, quei sei uomini rimasti soli, senza alcuna speranza e possibilità, si slanciarono contro di noi … “Arrendetevi!”, gridai ancora una volta. Ma tutto fu inutile, continuarono a venire avanti … esitai ancora qualche attimo; non volevo dare l’ordine che avrei dovuto … I miei soldati avevano messo il ginocchio a terra ed avevano puntato i fucili. Anche a loro tremavano le mani in attesa dell’ordine che sarebbe venuto.

“Arrendetevi!”, gridai ancora una volta. Ma tutto fu inutile; continuavano a venire avanti e forse non ci vedevano nemmeno. “Fuoco!”. Appena la nuvola di polvere causata dagli spari si levò, davanti a noi non c’era nessuno. Tutti morti …”.

Per quell’epico fatto d’armi alla Bandiera dell’Arma fu conferita la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione (ATTENTI):
"Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo, nella quale Comandante e Carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.
Africa Orientale agosto – novembre 1941 (SILENZIO)

Sono trascorsi 70 anni e se noi siamo riuniti a rievocare questo episodio bellico, come ricordiamo i Carabinieri di Pastrengo, del Podgora, delle Fosse Ardeatine e ancora il Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e i tanti nostri commilitoni caduti nel suolo patrio o in terre lontane nell’adempimento del loro dovere, è perché avvertiamo, particolarmente, come un filo invisibile che li unisce, la loro eredità.
Eredità che va difesa con la fedeltà ai valori dell’Arma che ci consente di essere sempre presenti in prima linea a difendere la collettività dalla violenza, dai soprusi e dalle ingiustizie.
E se noi siamo qui a pregare la Virgo Fidelis è perché proprio Maria, la Madre di Gesù, nel giorno in cui ricorre la sua presentazione al Tempio di Gerusalemme, è la figlia obbediente alla volontà del Padre: è il simbolo della fedeltà granitica.
 

Pochi giorni orsono, il 12 novembre, è ricorso l’8° anniversario del sacrificio di Nassiriya. E, poiché, oggi celebriamo anche la “Giornata dell’Orfano”, è proprio a loro, a quei figli senza più un padre, primi destinatari del dolore per le gravi perdite di affetto, che vogliamo rivolgere il nostro ultimo ma più sentito pensiero.

Gli orfani sono assistiti e confortati con amorevole cura dall’Arma attraverso l’O.N.A.O.M.A.C. (Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma dei Carabinieri) che, fondata il 5 ottobre 1948, con Decreto del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, diede soluzione al complesso e delicato problema dell’assistenza alle famiglie dei numerosi militari scomparsi nella guerra, da poco finita, attraverso la realizzazione di istituti dove accogliere i giovani in particolare difficoltà o la corresponsione di assegni di studio alle famiglie bisognose. Nei suoi 63 anni di vita, l’Opera, pensata dall’allora Capo di Stato Maggiore dell’Arma, Col. Romano Dalla Chiesa, padre di Carlo Alberto, ha sostenuto negli studi sino al conseguimento del Diploma di Laurea oltre 33.000 orfani, di cui 13.000 nei collegi.

A Tal proposito, adempio, con piacere, alla consegna del premio in denaro “BONTA’ e PROFITTO” elargito dal suddetto sodalizio al giovane Vincenzo, orfano del V.B. Antonio Petito, che prego volersi avvicinare.
 

Eccellenza Reverendissima,
prima di chiederLe come capo di questa Santa Comunità di volerci accordare la sua Paterna Benedizione, mi permetta di dirLe ancora grazie per le parole che ci ha rivolto e che ciascuno di noi seminerà come hanno fatto gli Apostoli per la Buona Novella.
La moltitudine che Ella vede è quella che il nostro Ordinario Militare, Monsignor Vincenzo Pelvi, ama definire “la famiglia delle famiglie”: la famiglia dei militari all’interno della grande famiglia Cristiana. Ognuno di noi ha l’animo pieno di riconoscenza per la Sua presenza oggi tra noi: serbi anche Lei, nel Suo animo e nelle Sue preghiere, i nostri volti e di tutti quelli che, appartenenti alle Forze Armate e dell’Ordine o della Magistratura, impegnano la loro esistenza nella diuturna lotta tra il Bene e il Male.

 

Grazie di cuore a tutti!

 

 

 

 

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