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Sindacati

‘Al Fatebenefratelli ho visto l’erba dalla parte delle radici’

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"La nota delle segreterie sindacali provinciali in merito alle rivendicazioni degli operatori dell’ospedale Fatebenefratelli di Benevento mi offre l’opportunità di poter intervenire nella controversia che, ormai da lunga data, vede contrapposti i lavoratori ed i vertici dell’importante nosocomio cittadino.
 

Bene. – scrive l’ex assessore comunale Giuseppe De Lorenzo, operatore della sanità sannita – Molti avranno letto il saggio di Davide Lajolo, "Veder l’erba dalla parte delle radici", dato alle stampe anni or sono. E’ stato così anche per me quando, giorni fa, un fraterno amico, costretto a sottoporsi a delicate indagini di laboratorio, mi ha pregato di essergli accanto appunto presso l’ospedale Fatebenefratelli.
 

L’affetto che a quest’ultimo mi lega da una vita mi ha invogliato a recarmi con lui, di buon mattino, al nosocomio ubicato al rione ferrovia. Avendo trascorso tanti anni, dal giorno dopo la laurea, al "Rummo", fors’anche per una incarnata abitudine, non avevo, guarda caso, mai varcato la soglia dell’ospedale Fatebenefratelli. Non v’è stata giammai, è opportuno precisarlo, una preclusione da parte mia, ma solo una casualità.
 

Giunto lì, con l’amico di cui ero accompagnatore ho, l’una dopo l’altra, percorso tutte le tappe che, di norma, seguono i pazienti. Nella circostanza, non ero un operatore del settore, con trent’anni e più di vita ospedaliera alle spalle, ma un cittadino come tanti. Ed è stata davvero una interessante esperienza pormi, appunto, dalla parte delle radici, quelle radici tante volte sconosciute al medico.
 

Dall’ufficio prenotazioni, all’urp, ove ho conosciuto l’addetto alle relazioni con il pubblico, una cortesia ed una disponibilità senza eguali. Poi, abbiamo attraversato tutti gli ambienti che ospitano gli ambulatori, in cui la pulizia è stata encomiabile, così anche degno di lode il garbo degli operatori cui chiedevamo informazioni lungo il percorso.
 

Assorto in queste constatazioni, siamo giunti al padiglione ove vengono praticate le indagini endoscopiche. Tutti gli addetti hanno mostrato una preparazione ed una correttezza nei confronti del paziente che accompagnavo che giammai dimenticherò. Un candore intorno che, per il malcapitato amico, rendeva meno traumatica la prova. Il collega Fiorito, responsabile del settore, che, sino ad allora, non conoscevo di persona, ha mostrato una padronanza nella manualità di alto profilo professionale, così anche l’anestesista. Mirabile nel contempo, la collaborazione dell’infermiera addetta al servizio, la signora Veronica De Lorenzo – l’omonimia è stato solo un caso- una donna che associava alla bellezza statuaria una rasserenante finezza del tratto.
 

In definitiva, mi sono trovato, mio malgrado, ad essere spettatore involontario, di una esperienza oltremodo interessante. Il tutto nel più rigoroso e voluto anonimato interrotto, d’un tratto, forse volutamente, da un infermiere presente, un giovane robusto e dal volto solare che, rivolto a me, ha detto: "Dottore, ecco questa è la sanità che lei ha sempre cercato!".
 

Questa esperienza che ho voluto descrivere, nel momento in cui mi impone di esternare un convinto plauso al Priore dell’ospedale Fatebefratelli, mi permette, nel contempo, di fare, volutamente, altre opportune e doverose considerazioni. Con la prima, rivolgo un invito, da medico e cittadino, ai vertici del nosocomio al fine che le controversie abbiano a concludersi, considerando l’opera altamente umana che gli operatori tutti svolgono: la seconda, è quella di invitare, ancora una volta, i pazienti ad avere fiducia nella nostra sanità senza far ricorso, tranne è ovvio casi particolari, a strutture fuori sede con grande dispendio economico. Gli operatori sanitari operanti nel nostro territorio non hanno alcunchè da invidiare ad altri.Personalmente, per una vita intera, ho combattuto gli sprechi del settore, ma quando, con purezza di intenti e libertà di pensiero, sia opportuno fare delle differenziazioni, sono il primo a renderle pubbliche. Sì, perchè è inutile negare che, tra le tante colpe, non si debbano sottovalutare anche quelle dell’utenza, sempre pronta a denigrare, con la incarnata convinzione che più si pagano onorari elevati, migliore sia il risultato. Il che spesso non risponde al vero".

 

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