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‘Oasi di Campolattaro, non si è costituito alcun Comitato tecnico’

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Facendo riferimento al comunicato n. 2391 del 15 febbraio 2011 diffuso alla stampa dalla Provincia di Benevento avente ad oggetto “Censimento della popolazione di cinghiali presenti nell’area dell’Oasi di Campolattaro”, il WWF sannita replica in maniera dura a quanto affermato dalla Rocca: “Il Comitato tecnico non è mai stato costituito; nei precedenti incontri era stata prospettata il coinvolgimento di un gruppo di esperti che esaminasse la richiesta dei firmatari della petizione, promossa dal mondo venatorio, di revisione in senso riduttivo della perimetrazione dell’Oasi di protezione della fauna, su cui il WWF dissente totalmente; l’attuale perimetro, infatti, non solo è stato tracciato individuando limiti facilmente riconoscibili (strade, ferrovia, elementi naturali), ma è stato anche condiviso dal mondo venatorio e politico-istituzionale durante la redazione e l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio provinciale; inoltre, l’Oasi di protezione si sovrappone alla ZPS (Zona di Protezione Speciale) “Invaso del fiume Tammaro” istituita da Ministero dell’Ambiente/Unione Europea in applicazione della Direttiva europea sulla tutela degli uccelli su proposta del WWF, che rappresenta un punto fermo. Per questi motivi per il WWF la superficie dell’Oasi può solo, eventualmente, aumentare con l’aggiunta di altri territori, né il territorio può essere barattato con altre soluzioni; all’incontro non è stato invitato il soggetto affidatario dei servizi in convenzione con la Provincia (afferente al Settore Oasi del WWF Italia), ma l’Associazione locale WWF Sannio che ha ritenuto di partecipare all’incontro per ragioni di cortesia e per dimostrare disponibilità al dialogo; il “Comitato” non ha deciso alcunché ma si riunirà nuovamente dopo che la Provincia di Benevento avrà effettuato il censimento dei cinghiali ed avrà redatto e trasmesso una propria proposta per il contenimento della popolazione di cinghiali che per il WWF non potrà consistere nelle solite battute di caccia cosiddette “selettiva”; si ribadisce ancora una volta che il problema della sovrappopolazione, se sarà dimostrato dal censimento, ha origine dei frequenti e illogici ripopolamenti effettuati proprio dal mondo venatorio; si auspica che la proposta della Provincia contenga i dati precisi del censimento dei cinghiali e ne descriva il metodo scientifico e tecnico utilizzato; il rappresentante del WWF ha inoltre proposto alla Provincia di invitare altre associazioni ed organizzazioni che hanno manifestato interesse e preoccupazione per l’iniziativa”.

“Si coglie l’occasione, infine, – conclude l’associazione ambientalista – per evidenziare lo stato di degrado dell’Oasi in cui non solo risultano ancora abbandonati i rifiuti di eternit segnalati lo scorso 25 settembre nonché parte dei rifiuti raccolti in occasione della giornata ecologica a cui parteciparono varie associazioni e singoli volontari lo scorso 29 maggio, ai quali si è aggiunto nei giorni scorsi (è lì da un mese circa) un vitellone di quasi 4 quintali ! Si rimane ancora più sconvolti dal fatto che la carcassa e l’eternit si trovano lungo la strada circumlacuale che è molto frequentata da persone che amano fare passeggiate, spesso con bambini, mentre i due sindaci di Campolattaro e Morcone si rimpallano la responsabilità per non prendere provvedimenti. Purtroppo nessun passante si è mai indignato per tutto questo, anzi, è stato anche commentato di non lamentarsi perché c’è chi sta peggio (riferendosi all’emergenza rifiuti a Napoli)! A fronte di questa situazione di abbandono e delle minacce per l’integrità dell’ambiente e la salvaguardia della natura dell’Oasi, la Provincia non riesce a trovare né il tempo per un esame approfondito né le risorse minime sufficienti per garantire un’adeguata sorveglianza e la continuità delle attività di ricerca ed educazione ambientale che il WWF intende svolgere, come nelle altre Oasi d’Italia.
Il WWF lancia un appello, quindi, ai Comuni ed alle popolazioni locali a prendersi cura dell’Oasi, considerando il valore e l’importanza di possedere un’area protetta, conosciuta in tutta Italia e gestita con pochissime risorse e con l’impegno dei volontari fino a quando sarà possibile, poi non resterà altra scelta che smobilitare”.

 

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