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Festa dell’Unità d’Italia: in classe? Si, no, forse…

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Continua a far discutere la festa nazionale per i 150 anni dell’Unità d’Italia fissata per il 17 marzo. Secondo il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ”il miglior modo di celebrare il 17 marzo è quello di dedicare questa giornata alla riflessione sui valori dell’Unità d’Italia. Io credo che, nella scuola, questo obiettivo non si raggiunga stando a casa”.
Di tutt’altro avviso il ministro della Difesa Ignazio La Russa, per il quale ”ricordare a scuola il 150° dell’Unità nazionale si deve e si può” ma ”certo – osserva – non occorre farlo proprio il 17 marzo, giornata delle celebrazioni. Si può farlo nei giorni precedenti o nel successivo. Altrimenti non si spiega perché il 2 giugno o il 25 aprile o il 1 maggio non celebriamo a scuola i motivi di queste ricorrenze”.
”La verità – conclude il ministro della Difesa – è che se non fosse festa completa, la ricorrenza del 150° dell’Unità d’Italia, sarebbe una festa di ‘serie B’ come le tante già esistenti che spesso passano purtroppo quasi inosservate. Occorre che il 17 marzo sia festa vera. Di serie A. Se come giustamente sostiene anche Giuliano Amato occorre un nuovo provvedimento legislativo, ben venga un decreto che proporrò al Consiglio dei ministri. Confido motivatamente che anche il presidente della Repubblica possa non essere contrario”.
A ‘bocciare’ la presa di posizione della Gelmini è il presidente dell’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità (Anp), Giorgio Rembado. ”Mi sembra – spiega all’ADNKRONOS – che la ricorrenza rivesta una tale importanza che occorre una particolare sottolineatura anche con un giorno di vacanza”.
Quanto alle preoccupazioni del ministro sulla necessità di non perdere troppi giorni di lezione, secondo Rembado, che ne condivide in pieno lo spirito, ”sono perfettamente recuperabili attraverso una ‘compensazione’ eliminando un altro giorno di vacanza meno importante”.
Fonte | Adnkronos