Università
I ricercatori di Unisannio già da giorni sui tetti di Roma…
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E’ sui siti e sugli organi di informazione di tutt’Italia, diffusa nella Rete ma anche nei corridoi degli atenei. E’ vituperata e osannata, compresa o condannata. Tirata per la giacchetta dall’una e dall’altra manica. Sminuita nei contenuti come manovra strumentalizzata, vivificata nei contenuti per la collateralità politica del particolare momento.
Ma la protesta del mondo della conoscenza, alimentata dall’accelerazione verso il traguardo della riforma Gelmini ed esplosa con manifestazioni, le più varie nelle espressioni e nei contenuti, appunto diffuse per l’intera penisola, va ascoltata anche dando voce dall’interno.
Ad essa, naturalmente, nell’alveo di Rete29Aprile, hanno aderito anche i ricercatori dell’Università del Sannio di Benevento, con il presidio a Montecitorio e soprattutto sui tetti della facoltà di Architettura di Roma. Da dove ci è giunta questa riflessione di Carlo Di Cristo.
“E’ indubbio. Quella del tetto della Facoltà di Architettura è stata scelta di altissimo spessore voluta da Rete29Aprile. E’ dal tetto che si riesce a vedere un’Università pulita, come l’aria che si respira qui su; un’Università libera, come gli storni ed i gabbiani che volano ad ali spiegate sulle nostre teste; un’Università limpida, come il cielo terso di Roma; un’Università fatta di tante anime diverse, come tanti e diversi sono i palazzi che si vedono dai parapetti; un’Università efficiente, come la vita brulicante della gente sotto di noi.
Sono passati tre giorni. Ed è dal tetto di questa Facoltà che in soli tre giorni veri e liberi, lontani dalla impiastricciata realtà della politica e dell’accademia, sta uscendo fuori una verità che può sfondare i timpani di tutti. Una verità così imbarazzante da indurre la politica a venire ad ascoltare la voce di chi sta semplicemente offrendo una mano per costruire un’Università migliore.
Un susseguirsi di incontri su questo tetto da tener testa al più riuscito talk show televisivo. Bersani, Ferrero, Di Pietro, Meloni, Tocci, Vendola, Granata, Della Vedova, ma anche Antonello Venditti, Ettore Scola, Furio Colombo. E tanti altri. Tutti convinti che questa riforma toglie dignità alla Ricerca e all’Istruzione.
Si. Sono venuti in tanti. E tanti verranno ancora. Segno che qualcosa si sta muovendo, qualcosa che continuerà a crescere. Sono le tre di notte, e qui si lavora ancora alacremente. I Ricercatori dal tetto della Facoltà stanno urlando la loro verità, e dal basso qualcuno sta rispondendo”.