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CRONACA

Carcere di Benevento, detenuto tenta il suicidio. Gli agenti lo salvano e lui sfascia la cella

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“Un detenuto straniero, ristretto nel penitenziario di Benevento per reati comuni e noto per essersi reso protagonista di atti di autolesionismo e risse con altri detenuti, ha tentato il suicidio nel tardo pomeriggio di ieri. Provvidenziale l’intervento degli uomini della Polizia penitenziaria che hanno salvato l’uomo”. A comunicarlo è Donato Capece, segretario generale del Ssindacato autonomo polizia penitenziaria  Sappe, che sottolinea come l’uomo, sempre nella serata di ieri, “è andato in escandescenza ed ha distrutto tutto l’arredamento della cella, rompendo il lavabo del bagno e allagando tutto il Reparto Isolamento. Non contento ha minacciato gli agenti. Solo grazie alla professionalità e allo zelo del personale di Polizia Penitenziaria si è riuscito a riportare alla calma il detenuto, ma sono stati momenti di altissima tensione”.

Capece sollecita il Ministero della Giustizia e l’Amministrazione Penitenziaria a intervenire: “Quello di Benevento è l’ennesimo grave evento critico che avviene in un carcere della Campania da parte di un detenuto straniero. E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie.

Il Governo, attraverso l’Amministrazione Penitenziaria ed il Ministero della Giustizia, anziché adottare interventi concreti per garantire ordine e sicurezza nelle carceri tutelando i poliziotti penitenziari – aggiunge – ha perso mesi preziosi per tentare di approvare una sciagurata riforma penitenziaria, l’ennesimo svuotacarceri, che minava proprio la natura stessa di pena e carcere, affidando il carcere ai detenuti e depotenziando anche il ruolo della Polizia Penitenziaria. E questo è grave e inaccettabile.

La situazione nelle carceri della Campania, dove oggi sono detenute 7.321 persone rispetto ai circa 6.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante – conclude il segretario Generale Sappe Capece -. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri campane nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 924 atti di autolesionismo, 99 tentati suicidi, 1.094  colluttazioni e 68 ferimenti. I suicidi in cella sono stati 5 e 20  i decessi per cause naturali. Sono state, infine, 14 le evasioni da penitenziari della Campania: una da istituto e  13 a seguito della concessione di permesso premio e lavoro all’esterno.  E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria.

Il Sappe sottolinea che “nelle carceri di Napoli Poggioreale (290) e S.Maria Capua Vetere (151) si sono contati il più alto numero di atti di autolesionismo mentre è a Benevento (23), Napoli Poggioreale (17) e S.Maria Capua Vetere (17) che si è contato il maggior numero di tentati suicidi sventati in tempo dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Napoli Poggioreale ha anche il record regionale di colluttazioni (492) mentre Salerno (19) ha quello delle colluttazioni”.

Per il Sindacato della Polizia Penitenziaria “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”. E la proposta è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”.

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