‘Congresso provinciale Pdl: un congresso vero e non soltanto un’Opa’

"In questi giorni – scrive in una nota diffusa alla stampa Raffaele Pengue, associato Pdl – , il Pdl sannita si appresta a celebrare il congresso provinciale: il primo dalla sua fondazione. Un appuntamento che iscritti e militanti attendevano da tempo e che assume oggi una valenza particolare, da un lato per il momento difficile che i partiti stanno vivendo e dall’altro per l’incertezza del quadro politico futuro. E ciò va accolto con estremo favore: certo, non mancano rabbie latenti e manifeste, ma la democrazia, anche all’interno di un partito, è sempre cosa buona e giusta.

Tuttavia, ciò che sembra del tutto assente, almeno in questa fase pre-congressuale (chi scrive è un associato al Pdl, senza obbligo ma per convinzione), è un dibattito serio ed approfondito sul progetto che si vuole portare avanti per il Sannio e per i sanniti; sulla idea di società di cui ci si intende fare promotori; sull’identità da conferire al partito. Aspetti nient’affatto secondari e che, anzi, dovrebbero essere alla base di qualunque discussione politica, degna di questo nome, essendone il sale, e da cui non si dovrebbe mai prescindere. Invece il dibattito di questi giorni sembra orientarsi sulle contrapposizioni aprioristiche più che sui progetti politici. Un dibattito interno che serve solo ai giornali.

Ma il punto non è solo questo.

È mai possibile che non si capisca che se la disputa politica all’interno del Pdl sannita si riduce soltanto a questo, soprattutto in una fase in cui l’antipolitica gode di grande popolarità, si scava la fossa da sola? Perché, se fino a ieri l’altro si poteva fare affidamento sulle doti “taumaturgiche” del presidente Berlusconi, che tutte le carenze supplivano, da domani questo non sarà più possibile: si verrà votati non più perché si è il “partito di Berlusconi”, ma per il programma che si presenterà, per il progetto di cui ci si farà promotori, per le idee ed i valori che si andrà a difendere.
La discussione congressuale, quindi, andrebbe riportata sul piano delle idee e non su quello dei personalismi, dell’interesse personale, dei “pacchetti di tessere” (5.100, 2.000, 1.800, 76) e della caccia all’occasione personale (traduzione: un posto al sole o una poltroncina qual che sia). È mai possibile che non si capisca tutto ciò: che se il Pdl, nel Sannio, o riprende questi temi, e mette in soffitta qualsiasi proposito di riesumare la Democrazia cristiana, non vincerà mai?
Se davvero questo partito lo si vuole formattare – come dicono di voler fare alcuni dirigenti del medesimo -, si approfitti del congresso e si riparta dallo spirito del ’94. Non servono particolari maquillage propagandistici e nemmeno giochi di prestigio. Le idee, il programma, il progetto, la visione della società di cui ci si fa portatori: questo conta, soprattutto. Il resto è contorno.

Cambiare tutto quello che c’è da cambiare, per rivoluzionare contenuti, strumenti, convinzioni.

Quale occasione migliore per cercare di salvare il nostro Partito in un territorio stufo di politicanti travestiti da statisti. Il congresso provinciale può diventare una grande occasione di rinascita e di riscatto. L’importante è avere la forza dell’umiltà per capire che, probabilmente, fino ad oggi è stato sbagliato quasi tutto: troppi interessi e poca politica, troppa pseudo-rappresentanza e pochissima decisione. Se così non sarà, ci penseranno i nostri elettori a cambiare, a dirigersi verso altri mercati, a far fallire tutto quello che ai loro occhi sa già di obsoleto".