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Ambulanza 118 senza medico a San Bartolomeo in Galdo: associazioni denunciano “smantellamento del servizio pubblico”

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al 1° settembre 2025, l’ambulanza del presidio PSAUT di San Bartolomeo è nuovamente priva di medico a bordo, suscitando l’indignazione di una vasta rete di associazioni civiche e sindacali del territorio Fortore-Miscano. Secondo quanto denunciato, la decisione non sarebbe dettata da carenze reali di personale, ma da una scelta politica e dirigenziale.
A firmare la nota congiunta sono: Cittadinanza Attiva (Nicola Boccalone); Movimento Civico per l’Ospedale di Sant’Agata (Maria Rosaria Oropallo); Salute e Territorio (Alfredo Lavorgna); Rete UCCP San Giorgio del Sannio (Attilio Petrillo); AVO BN (Mario Domenico Rossi); SannioCuore (Amedeo Ceniccola); SPI CGIL Valle Telesina (Domenico De Blasio); No Demedicalizzazione 118 Fortore Miscano (Pino Fusco) e Comitato SOS Sanità Valle Vitulanese (Angelo Piazza).
Secondo le associazioni, l’assenza del medico è stata imposta senza preavviso dal direttore della Centrale Operativa 118, Ciriaco Pedicini, nonostante la disponibilità manifestata da alcuni medici a coprire i turni mediante prestazioni aggiuntive. La richiesta sarebbe stata inspiegabilmente respinta.
“La carenza di personale non può diventare un alibi per la demedicalizzazione indiscriminata del servizio 118 – si legge nella nota – soprattutto quando esiste la possibilità concreta di ricorrere alle prestazioni aggiuntive per garantire la presenza del medico”.
Le associazioni ricordano come a gennaio 2025 fosse stato raggiunto un accordo condiviso tra ASL, sindacati e associazioni, volto a garantire la medicalizzazione dell’ambulanza e il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). L’attuale scelta, secondo i firmatari, viola tale accordo e rischia di compromettere la sicurezza del servizio sanitario in un’area già fragile dal punto di vista infrastrutturale.
Nel mirino delle critiche anche la motivazione fornita dal dirigente Pedicini, secondo cui le norme aziendali vieterebbero il superamento delle 48 ore mensili di prestazioni aggiuntive. Una tesi che le associazioni definiscono “priva di fondamento normativo”, evidenziando come nessun regolamento vincolante imponga tale limite.
“La condotta del dott. Pedicini solleva preoccupazioni anche sotto il profilo giuridico e contabile – si legge nel comunicato – soprattutto se si dimostrasse che l’interpretazione normativa sia stata adottata pur nella consapevolezza della sua infondatezza”.
I sindacati hanno già chiesto ai vertici dell’ASL di valutare l’eventuale avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del dirigente, ipotizzando una violazione dei principi di diligenza e lealtà professionale. Intanto, le associazioni hanno chiesto un incontro urgente con il Direttore Generale dell’ASL di Benevento, sollecitando un immediato intervento per il ripristino del medico a bordo del 118.
È in preparazione anche un esposto formale alle autorità competenti, affinché si individuino i responsabili di quello che le associazioni definiscono senza mezzi termini come uno “smantellamento di un servizio pubblico”, con ricadute potenzialmente pericolose sulla salute e sulla vita dei cittadini.