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L’ultimo saluto da Rossella Del Prete a Maria Rita Saulle, giurista e accademica

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Si è spenta a Roma, ieri, dopo una lunga malattia, Maria Rita Saulle, giurista e accademica italiana, unica donna a ricoprire l’incarico di giudice della Corte Costituzionale Italiana. Ospite prestigiosa a Benevento, l’ultima occasione nel mese di Aprile in Prefettura. La professoressa Rossella Del Prete, in una lettera, dedica il suo pensiero alla scomparsa giurista.
“Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Maria Rita Saulle, ordinaria di Diritto Internazionale, poi professore emerito all’Università ‘La Sapienza’, nel 2007, in occasione della chiusura dell’Anno Europeo delle Pari Opportunità tenutasi a Roma. Fu un breve, ma pregnante intervento conclusivo il suo: in pochissimi minuti tutta la sua grande ed autorevole personalità, la sua ricchezza interiore, oltre alla sua già nota esperienza e competenza, emersero ai miei occhi e a quelli dei tanti partecipanti alla conferenza.
Una donna piccola di statura, elegante, riservata, autorevole nella sua straordinaria semplicità straripante di umanità.
Quando la invitai la prima volta a prendere parte ad una delle iniziative culturali che stavo curando in occasione del sessantesimo anniversario della Costituzione Italiana, faticai non poco a trovare una data possibile tra i suoi mille impegni, eppure accettò senza troppe riserve il mio invito a Benevento, rivolgendosi a me con i modi che la distinguevano: gentilezza, educazione, rispetto, generosità, fermezza e determinazione.
Appassionata sostenitrice dei diritti umani, ha speso la sua vita per difendere i diritti dei più deboli, dei rifugiati, degli immigrati, dei bambini, delle donne. Lo ha fatto nel suo Paese, dove si è battuta per l’approvazione di leggi importanti a favore delle donne e dei disabili, ma lo ha fatto anche e soprattutto in ambito internazionale: nel 1989, in rappresentanza del governo italiano alle Nazioni Unite contribuì all’approvazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia; nel 1993, fu membro della delegazione italiana alla conferenza di Vienna per i diritti umani; e dal 1996 fu presidente della Commissione internazionale indipendente per la restituzione dei beni a profughi e rifugiati dopo gli accordi di Dayton, nell’ex Jugoslavia. Un incarico che condusse con grande senso di responsabilità, spirito di sacrificio e straordinarie capacità organizzative e relazionali.
Fu sempre Lei a presentare all’UNESCO la proclamazione della Biblioteca di Sarajevo come monumento mondiale della pace inter-etnica e ad avvertire, in seguito all’esperienza di guerra nella ex Jugoslavia, la necessità di avanzare la prima proposta di regolamentazione internazionale per i giornalisti in guerra.
Credo molto nel valore nascosto degli "incontri", quelli che creano immediatamente un ponte tra persone che, anche senza conoscersi a fondo, trovano immediatamente punti di contatto e condivisione di sentimenti e di intenti. E’ stato così con la Professoressa Saulle alla quale resterò legata da un sentimento di ammirazione, di stima profonda e di affetto sincero. Dopo averla incontrata, con la sua ricchezza di esperienza, di vissuto, di sentimenti, ho pensato fosse un bel segno del destino. Il mio unico rammarico è quello di non essere riuscita a mantenere la promessa che le avevo fatto quando, nel raccontarmi della donazione di tutto il suo archivio relativo all’esperienza in Bosnia Erzegovina all’Archivio Centrale dello Stato (un gesto che lascia comprendere la nobiltà d’animo della studiosa ed il senso di dovere di un’Alta funzionaria dello Stato), mi aveva proposto di studiare quelle sue preziose carte per ricostruire la storia economica di una vicenda epocale. Uno studio avviato, ma poi interrotto e rinviato a causa di altri impegni di ricerca. Uno studio da riprendere ora, senza alcun indugio, per ringraziarla di avermi donato quel meraviglioso ‘incontro’, di avermi concesso la sua attenzione, la sua amicizia, la sua stima, i suoi consigli, i suoi incoraggiamenti e persino le sue confidenze…amava ripetere, con straordinaria umiltà, che in fondo nella sua vita aveva semplicemente cercato di fare “ciò che le era capitato di fare”. E oggi sappiamo bene con quali importanti risultati.
E’ con grande dolore e profonda commozione che porgo il mio ultimo saluto a colei che ha saputo conciliare la sua passione per la ricerca, il suo altissimo senso civico, i suoi importanti incarichi istituzionali, con il suo ruolo di moglie, di madre e poi di nonna. Una donna straordinaria, un esempio di vita ed un punto di riferimento per tante altre generazioni di donne. La sua personalità così forte e carica di esperienza ed umanità colpiva tutti, giovani e meno giovani, autorità e gente comune. Tutti avrebbero voluta conoscerla meglio, tutti piangono oggi la sua grave perdita.”