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ECONOMIA

Dal calesse ai bus in giro per l’Europa, MazzoneViaggi compie cent’anni: ‘Turismo nel Sannio? C’è tutto, manca solo un brand unico’

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Diceva Mario Monicelli che “la commedia all’italiana è finita quando i registi hanno smesso di prendere l’autobus”. E come dargli torto. Autobus e pullman hanno raccontato i cambiamenti del nostro Paese. E non solo del nostro: negli Stati Uniti d’America a dare una spinta forse decisiva per l’affermazione dei diritti civili fu una sarta, Rosa Parks, rifiutandosi di cedere il proprio posto a un bianco. E per tornare da queste parti di citazioni potremmo pescarne a iosa tra registi e cantanti: “… l’autobus ora è vita, il sole entusiasmante. Che bel mattino è questo, domani sarà raggiante”- i versi che chiudono una splendida canzone di Pierangelo Bertoli. E anche la nostra storia, oggi, comincia da un autobus. Anzi, da un calesse. Quello a cui Antonio Mazzone, nel 1923, appose una targa. A raccontarla è suo nipote Luca, oggi amministratore della MazzoneViaggi, azienda che proprio in settimana festeggerà i cento anni di attività.

Un secolo di storia, la prima pagina?

“La scrisse mio nonno, nel 1923, rispondendo a un’esigenza oggettiva: collegare Apollosa a Benevento. Una targa alla carrozza e via. Agli inizi i passeggeri non erano tanti. Ma esistevano altre funzioni da assolvere, a cominciare dal trasporto della posta da un ufficio all’altro: la famosa corriera. Noi svolgevamo questo servizio per Apollosa, altre imprese lo facevano per altre realtà. Tempo dopo sorse la necessità di trasferire le derrate alimentari: nei paesi della provincia si coltivavano ortaggi da far arrivare nei mercati di Benevento. Questo con l’avvento dei pullman: la merce era stipata sulla cappotta”

In che anno l’avvento del pullman?

“Bella domanda, complicato rispondere. Sicuro parliamo dell’immediato dopoguerra, 1945 o 46. All’epoca occorreva un’autorizzazione del ministero dei Trasporti per il servizio pullman. Ho ritrovato della documentazione che risale al 1948, non è da escludere sia cominciato un po’ prima”.

Cambiava il Paese e cambiavate anche voi

“Abbiamo contribuito al cambiamento. E non penso soltanto al trasporto pubblico. Fino agli anni Novanta per l’Italia e anche per l’Europa si andava principalmente con il bus. L’Interrail l’unica alternativa che ricordo. Ma noi facevamo vere e proprio crociere in autobus, viaggi di 25 giorni. Conservo ancora le foto: comitive in Russia, Marocco, Irlanda, Andalusia. Tutto è cambiato nel 1997, con la liberalizzazione del settore aereo voluta dalla Commissione Europea. Quindi l’esplosione delle low cost e il volo che diventava a portata di tutti. L’altro momento di svolta, poi, è arrivato con l’Alta Velocità”.

E come vi siete difesi?

“L’autobus continua a essere utilizzato anche se non più come prima. Se parliamo della nostra realtà, noi continuiamo a svolgere il servizio di linea sulla tratta Apollosa-Epitaffio-Benevento. Da quest’anno siamo anche parte del Consorzio Unico Campania. Poi abbiamo diversi altri servizi: granturismo, minibus, van, l’auto con conducente. D’altronde la domanda è variegata: c’è l’albergo che ti chiama perché un ospite vuol girare la provincia o semplicemente andare in aeroporto. I pellegrinaggi, gli spostamenti delle squadre sportive, i concerti, le gite fuori porta del fine settimana, i viaggi di istruzione degli studenti e poi c’è sempre la terza età che è ancora molto legata all’autobus. Da qualche tempo, poi, c’è un servizio che ci viene richiesto e che mi piace sottolineare”.

Prego

“Turisti che tornano nel Sannio per visitare i luoghi dei propri nonni, delle proprie origini. La maggior parte viene dagli Stati Uniti o dall’Australia. A completare la nostra offerta, poi, abbiamo anche realizzato busmania.it, portale internet rivolto a chi vuole viaggiare in bus condividendo l’esperienza con altre persone. Perché il pullman è anche socialità”.

Il tuo ingresso in azienda?

“In azienda ci sono cresciuto, divenendone amministratore nell’agosto del 1997”.

Mai pensato di fare altro?

“Qualche piccola crisi in età adolescenziale c’è stata. Nessuno, però, mi ha mai imposto di lavorare nell’azienda di famiglia. Diciamo che pian pianino – viaggiando molto, facendo esperienze all’estero – ho cominciato a vedere questo mondo sempre più vicino alla mia persona, fino a scegliere di farne la mia professione”.

 Per diversi anni hai guidato anche la sezione Turismo della Confindustria sannita: che esperienza è stata?

“Sarebbe riduttivo parlare di esperienza positiva: è stato qualcosa di più. Nacque tutto da “Welcome Benevento”, rete creata assieme ad altri imprenditori. L’esperienza colpì l’interesse della Confindustria che ci chiese di entrare a far parte dell’associazione. Non nascondo la mia preoccupazione iniziale ma alla fine accettammo. La scelta giusta. Un grande lavoro di squadra. Ricordo ancora con piacere il primo impegno: far rientrare Benevento in “Campania Artecard”, strumento molto utilizzato dai turisti perché consentiva l’accesso a scontistica e facilitazioni nei trasporti”.

Lo stato di salute attuale del turismo nel Sannio?

“Oggi possiamo contare su un’offerta turistica completa. Sia che parliamo di Benevento che dell’intero Sannio. Con la nuova valorizzazione dell’Hortus Conclusus, con la prossima illuminazione delle Mura Longobarde, con il nuovo ingresso in piazza Orsini del Museo Diocesano, l’insieme del complesso museale provinciale, il museo archeologico di Montesarchio, le terme di Telese, la splendida Sant’Agata de’ Goti, Pietrelcina… possiamo contare su un’offerta a 360 gradi.. Ma c’è un passaggio fondamentale che resta da fare: racchiudere tutto sotto un unico marchio. L’auspicio è che ciascuno, per le proprie competenze, voglia lavorare in questa direzione”.

E l’idea di investire sulla leggenda delle Streghe? Proprio in questi giorni l’argomento è tornato di grande attualità

“Racconto una cosa. A me piace molto accompagnare le comitive di turisti che vengono a Benevento. E’ utile discutere con loro, confrontarsi. E posso testimoniare che la prima cosa che chiedono è sulla leggenda delle Streghe. Vogliono comprendere, conoscere. Bisogna lavorarci bene ma è importante. Così come lo sarà la riapertura del Museo Aziendale Strega Alberti e la realizzazione del Terminal turistico in piazza Pacca”.

Terminal che però ha fatto discutere tanto a Benevento. E fa discutere ancora

“Ma io sull’ubicazione non metto bocca. Non è di mia competenza. Però l’esigenza di un Terminal turistico esiste. E da tempo. Benevento non è una città pianeggiante, non si può chiedere a un turista – magari anziano – di scendere da piazzale Venanzio Vari fino al Duomo, fino al Teatro Romano e poi risalire. Quante volte è capitato a tutti noi di vedere un bus fermo dinanzi alla porta del Duomo?”.

Chiudiamo con la storia, la vostra storia: pronti a festeggiare i cento anni di attività?

“Sentiamo crescere l’importanza di questo anniversario ora dopo ora. Sarà bello, emozionante. Ripercorreremo con un video celebrativo tutta la nostra storia. Nei prossimi giorni ne saprete di più”.

 

 

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