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POLITICA

Dal reddito di cittadinanza al reddito di conoscenza: lettera aperta di Fiorenza Ceniccola (Fi) al premier Meloni

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Di seguito la lettera aperta al presidente del Consiglio Giorgia Meloni a firma di Fiorenza Ceniccola, consigliere comunale di Guardia Sanframondi e coordinatrice di Forza Italia Giovani a Benevento.

“Gentile Presidente Meloni,

sono una giovane consigliera comunale di un piccolo borgo  dell’entroterra campano che, in questi giorni, si è dovuta confrontare con diversi ex beneficiari del reddito grillino e scrivo per chiederLe di mobilitare la RAI e  le emittenti private con messaggi istituzionali per far sapere a tutti gli ex beneficiari del reddito di cittadinanza che rientrano nella categoria degli “occupabili” -cioè le persone di età compresa tra i 18 e 59 anni, senza minori diversamente abili a carico- che c’è la possibilità di ricevere 350 euro al mese come supporto per la formazione al lavoro dopo aver firmato il Patto di servizio presso i centri per l’impiego.

Questo si rende necessario per fronteggiare lo scontro politico alimentato in primo luogo da personaggi politici “smemorati” come l’on. Francesco Boccia, capogruppo PD alla Camera dei Deputati e/o l’on. Nicola Zingaretti, presidente della Fondazione PD (la cassaforte immobiliare del partito) che nel 2018 e 2019 non esitavano a parlare del reddito di cittadinanza come “una grande sciocchezza: aumenterà solo il lavoro nero. Il tema vero è come creare nuovo lavoro e come aiutare chi lo ha perso a ritrovarlo … Bisogna investire per creare lavoro vero, altrimenti il reddito di cittadinanza diventa reddito di sudditanza … il reddito di cittadinanza è una pagliacciata”.

Infine, nel ricordarLe che la cosiddetta “fuga dei cervelli” costa quasi 4 miliardi all’anno (vedi lo studio della Fondazione Nord Est sui laureati tra 25 e 64 anni) mi auguro che il Parlamento riesca ad approvare un provvedimento sulla detassazione dei nuovi assunti che potremmo definire “Reddito di Conoscenza” caratterizzato da un azzeramento delle imposte per le aziende che assumono giovani laureati e/o professionalizzati per promuovere la cultura del lavoro e rispondere all’appello lanciato qualche anno addietro dal Presidente Mattarella:

lo Stato non ci guadagna un euro e neppure lo spende, ma intanto per tre anni apre le porte del futuro ai giovani che rappresentano il capitale umano su cui investire”.

Cordiali saluti”.

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