Sindacati
‘Irisbus, così la Fiat ripaga il Paese’

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"La FIAT chiude le porte dello stabilimento Irisbus nella Valle Ufita in provincia di Avellino. La decisione del Lingotto -scrive la Cgil nazionale in una nota – arriva dopo l’annuncio di ieri (13 settembre) da parte del gruppo Dr, che fa capo all’imprenditore molisano, Massimo Di Risio di ritirare la procedura per l’acquisizione dello stabilimento Irisbus (Iveco), l’unico a produrre pullman in Italia.
Già ieri i lavoratori hanno dato vita ad iniziative di protesta che proseguiranno fino a quando il ministero per lo Sviluppo Economico o la stessa presidenza del Consiglio, non convocheranno le parti a Roma. Sono 700 i lavoratori coinvolti nella vicenda dello stabilimento Irisbus in provincia di Avellino, più altri 300 dell’indotto che rischiano di rimanere senza lavoro.
“Come previsto la FIAT non attende un secondo per creare ulteriore tensione nello stabilimento Irisbus della Valle Ufita annunciando la cessazione dell’attivita e le procedure conseguenti”. E’ il commento del Segretario Confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, che in una situazione come questa reclama l’assunzione di responsabilità da parte del Governo. “Palazzo Chigi – prosegue Scudiere – convochi l’incontro nel più breve tempo possibile e rifletta sul favore che fa, con l’articolo 8, alla FIAT che – conclude il dirigente sindacale – ripaga il paese con la chiusura di uno stabilimento importante, l’unico che produce autobus in Italia”.
A ribadire la vicinanza della CGIL ai lavoratori Irisbus è il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, che afferma “chiederemo conto al Governo”. La leader della CGIL spiega come “Irisbus non è solo un’azienda che chiude e questo è di per sè un problema”, ma avverte “è un’azienda che chiude nel Sud, che è un problema ancora più grande”. Inoltre, aggiunge Camusso “è anche la scelta di non avere più una produzione italiana di mezzi pubblici di trasporto. Diciamo ai lavoratori Irisbus che siamo con loro” conclude il Segretario Generale della CGIL".