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Comune di Benevento

Ricordate il progetto ‘FabBene’ nel 2016? De Nigris non ci riprova: ‘Non vedo spazi di rinnovamento’

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“Queste elezioni saranno fondamentali per Benevento e per l’Italia, considerato che i prossimi cinque anni saranno un’opportunità, forse l’ultima, per una vera svolta. Spero in un Consiglio e in una Giunta che sapranno affrontare i prossimi cinque anni mettendo in campo professionalità che sappiano gestire e attirare finanziamenti.” 

Sono le parole di Federica De Nigris, ex segretaria provinciale di Sinistra Italiana ed ex candidata a sindaco nelle scorse elezioni amministrative del 2016. Per questa tornata ha scelto di non scendere in campo perché “in questo momento non vedo molti spazi, non vedo rinnovamento”.

De Nigris ha pure spiegato la scelta di lasciare Sinistra Italiana a inizio anno: “Non condividevo più la linea del partito, divenuto troppo ondivago negli ultimi anni.”

Con la consapevolezza e con la saggezza di chi alle scorse amministrative attraverso il progetto civico FabBene pure si propose come alternativa, De Nigris sostiene che “non basta definirsi alternativi a Mastella per esserlo davvero”, vedendo nel leader di Civico 22 e candidato a sindaco di ArCo Angelo Moretti l’unica novità, anche se “la sua proposta da sola non basta” e in “ApB una coalizione poco attraente e perdente con candidati che sono stati con Mastella fino a pochi mesi fa.”

L’ex candidata di FabBene crede che la spaccatura interna con Civico 22 a quella che doveva essere un’alternativa all’attuale sindaco abbia indebolito la forza di entrambi: “Avrebbero bisogno l’uno dell’altra”, ma più di ogni altra cosa “c’è bisogno di una visione per contrastare i danni di questi cinque anni in cui tutto è stato ed è fermo.”

Nel definire la sua esperienza di cinque anni fa “una grande crescita personale”, ricorda la passione di tante giovani donne e tanti giovani uomini che si impegnarono per testimoniare l’impegno politico in una città che aveva anche allora bisogno di cambiamento e che vide in campo in prima linea a guidare liste anche tre donne, come si ricorderà.

Una novità di per sé già questa all’epoca, che non si è rinnovata in vista della prossima tornata elettorale. C’è solo un nome – quello di Rosetta De Stasio – su cui pendono ancora tante incertezze e che ha scatenato anche polemiche e spaccature interne al centrodestra.

De Nigris sostiene che se è un caso che ci si stia attardando sulle decisione, è di certo un fatto che sia solo una donna. Una questione complicata quelle delle donne in politica –  e non solo ovviamente – che lo strumento delle quote rosa non ha ancora risolto: “A me non piacciono le quote rosa, ma servono. Dovrebbero essere una cura temporanea che, però, non sta funzionando perché il malato non collabora”, dice.

E il “malato” sono senz’altro gli uomini ma “anche le donne che talvolta, facendo auto-sabotaggio, aderiscono a certe idee che favoriscono il potere degli uomini. Un fatto è che la gestione delle liste è ancora appannaggio degli uomini. E’ un fatto che il Consiglio provinciale è tutto maschile e lo è per scelta.”

Un’amara realtà che offusca anche il forte attivismo politico di tante donne in città e la consapevolezza proveniente da più parti del valore aggiunto in termini di professionalità, impegno e contributo fattivo delle donne al cambiamento e alla crescita socio-culturale e che provoca una confessione che suona quasi come un rimprovero ad un centrosinistra che della parità di genere in tutti i campi ha fatto una battaglia politica: “In questo momento l’unica segretaria di partito a livello nazionale è una donna. Mi sembra che nel centrodestra le donne abbiano vita più facile.” “Ma la questione è certo complicata e l’assenza delle donne nelle istituzioni è una questione politica da affrontare”, conclude De Nigris.

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