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Gestore del servizio di igiene urbana a Telese Terme, Abbamondi attacca il sindaco

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“Scade oggi, 30 settembre, la proroga di ulteriori 6 mesi concessa il 30 marzo scorso dal Sindaco Carofano all’attuale gestore del servizio di igiene urbana ed ancora non si hanno notizie ufficiali su come l’Ente intende garantire il servizio pubblico essenziale”. A scriverlo in una nota è Angela Abbamondi, capogruppo in Consiglio Comunale di Telese Riparte.

“A parte la comprensibile apprensione dei dipendenti che hanno ricevuto 15 giorni fa  la comunicazione di rito di preavviso di licenziamento e nulla sanno delle loro sorti, pare, da notizie ufficiose, che l’iter della gara per individuare la nuova ditta (ndr al prezzo base € 3.642.645 oltre iva per tre anni) ancora non si e’ concluso.

E’ dunque prevedibile – spiega Abbamondi – che sarà necessario ricorrere ad una nuova proroga che per la precisione sarà la terza.

Ricordiamo che l’ultimo contratto regolarmente appaltato scadeva il 30 settembre 2016 e prevedeva una proroga tecnica di un anno. A causa dei notevoli disservizi l’Ente  risolveva il contratto il 26 settembre 2016, a quattro giorni dalla scadenza naturale ed affidava il servizio alla seconda in graduatoria che subentrava alle stesse condizioni contrattuali appaltate (quindi con un ribasso dell’11%) fino al 30 settembre 2017.

Alla scadenza, in mancanza di una gara pronta, il servizio veniva affidato in via d’urgenza alla stessa ditta in corso per ulteriori sei mesi alle stesse condizioni contrattuali appaltate e poi, il 30 marzo scorso, per ulteriori 6 mesi, fino al 30 settembre 2018, a regole questa volta modificate.

In particolare, con provvedimento a sua firma, – continua nella nota – il Sindaco Carofano riconosceva alla ditta in corso un aumento del corrispettivo sullo smaltimento della frazione organica e spazzamento stradale ancorandola alle quantità effettivamente smaltite mentre da contratto erano computati forfettariamente, sia come prezzo a tonnellata che come quantità  e nel contempo accollava all’Ente il pagamento diretto dell’indifferenziata che da contratto era invece a carico della ditta. Per intenderci, solo quest’ultimo costo è stato quantificato dall’UTC in € 118.500,00 che sono stati decurtati all’impresa.

Sulla legittimità di quest’ultima proroga come pure di quella che ci sarà nutriamo seri dubbi. Mancano, a nostro avviso, i presupposti della eccezionalità e dell’urgenza e nel merito non è corretto riconoscere alla ditta un miglioramento contrattuale, vanificando quello che è il c.d. “rischio di impresa”. La legge del resto vieta espressamente la determinazione di compensi aggiuntivi rispetto a quelli previsti in sede di stipula negoziale facendo salvo solo un adeguamento ISTAT del corrispettivo o aumenti dei prezzi superiori al 10%, tali da comprimere in maniera inaccettabile i diritti economici dell’aggiudicatario, ma non sembra essere questo il caso di specie.

Si consideri – prosegue la Abbamondi – che il capitolato posto a base della nuova gara in tema di “proroga tecnica” prevede espressamente che la stessa deve avvenire “agli stessi prezzi, patti e condizioni applicati nel contratto o comunque più favorevoli per la stazione appaltante”.

Di qui, allora, una serie di interrogativi a cui sarà doveroso trovare una risposta attraverso una interrogazione che ci accingiamo a presentare.

E’ possibile dover attendere ben due anni per aggiudicare un servizio essenziale nonostante la scadenza del contratto sia un dato conosciuto fin dall’inizio ed in quanto tale da tenere doverosamente sotto controllo per evitare pericolose e costose proroghe? E’ possibile ricorrere reiteratamente alla proroga invocando una situazione eccezionale che di eccezionale non ha nulla perche’ la scadenza contrattuale era nota fin dall’inizio? E’ possibile attraverso la proroga modificare le condizioni contrattuali  riconoscendo all’impresa un corrispettivo maggiore rispetto a quello contrattualmente previsto e sostituire il comune in pagamenti che da contratto spettavano alla impresa ? A quanto ammonta di preciso questo aggravio di costi? E’ stato arrecato un danno alle casse comunali?

E pensare che stando ai dai ufficiali – conclude la consigliera comunale – i cittadini di Telese sono virtuosi in quanto la raccolta differenziata ha raggiunto percentuali altissime che superano l’80%. Il paradosso e’ che la spesa dovrebbe diminuire ed invece aumenta sempre più’. Ma i paradossi non finiscono qui. L’attuale gestore infatti, non soddisfatto degli aumenti ottenuti e dei costi che l’Ente si è accollato, ha notificato in questi giorni al comune un decreto ingiuntivo in cui rivendica ben € 151.000,00 di interessi da ritardato pagamento per fatture risalenti. Inutile in questo caso interrogarsi su chi pagherà il conto della inefficienza ed incapacità amministrativa come pure di scelte politiche sbagliate.

Come se non bastasse quanto finora fatto, Carofano continua a fare danni ed a mettere in pericolo i conti dell’ente”.

 

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