CULTURA
Benevento, nuova scoperta dell’artista De Noia: “In centro altri reperti del culto di Iside”

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“A distanza di un mese, dal ritrovamento delle sculture del Dio Ra, altri reperti storici appartenenti al culto della dea Iside sono stati trovati nel centro storico di Benevento”. A comunicare l’importante scoperta archeologica l’artista sannita, Giovani De Noia.
“Le due sculture che appaiono autoctone – prosegue la nota – furono inserite nelle mura di un palazzo in via Mangiotti) che secondo le analisi, raffigurano i due Dei Egiziani Osiride ed Iside. Osservando i manufatti di Benevento sul muro di questo palazzo di recente ristrutturato si nota la rappresentazione di Osiride, con il cappello coronato con piramide che ne sottolinea i riferimenti precisi sia iconografici che geografici (infatti,nelle immagini dei musei egizi, Osiride, appare sempre con il copricapo Faraonico dell’alto Impero, e sempre con accanto sua moglie Iside). Nella scultura accanto, vi e una raffigurazione con i simboli della Dea Iside con due corna di vacca sulla testa, in cui, osservando quella a destra, si nota che appare incavata. Cosi esattamente come la si potrà notare nella scultura di un museo egiziano.
La prima riflessione da farsi – spiega De Noia – è che le due sculture sono una vicina all’altra, perché evidentemente furono trovate certamente allo stesso posto sotto a delle macerie. Nel vicino vicoletto, un’altra lastra scultorea che raffigura un dio sole che illumina due fiore di loto ( Simbolo egiziano), uno con i petali aperti (il giorno) e l’altro chiusi (la notte), inoltre a pochi metri, una sfinge di un leone egiziano (nume tutelare davanti a templi), questa scultura, in verità, la si conosceva da oltre un secolo perché è posta su un edificio scolastico religioso, che dista a pochi decina di metri dal luogo riconosciuto come Tempio Isiaco.
Del simbolo temporale giorno-notte del fiore – sottolinea la nota – fu individuato un bassorilievo sulle scale di via Montevergine, dove appunto è raffigurato il loto egiziano che si apre per poi rinchiudersi, inoltre la ricerca ha individuato le stesse fasi su una lastra spezzata con i due fiori di loto che la si potrà ammirare nel chiostro di S. Francesco in piazza dogana, mentre sotto al portico della stessa chiesa una scultura integra che ne sottolinea strutturalmente le fasi temporali e simboliche del fiore loto identica a quella appena descritta trovata sulle scale in via Montevergine.
Nel chiostro francescano – conclude De Noia – ho notato altri elementi che meritano un’attenta lettura, in cui in un bassorilievo c’è un cervo (Iside) con lunghe corna (che vogliono simboleggiare morte e resurrezione) che annusa un fiore di loto, accanto al cervo un melograno (simbolo di abbondanza, ricchezza,e fertilità), i grani del frutto ancora uniti nel suo contenitore circolare. Le fotografie affiancate dei primi ritrovamenti dimostrano le somiglianze strutturali, tra le iconografie egiziane e Beneventane”.