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ENTI

Piano industriale e cartelle pazze, il M5S incalza: “Acque agitate in Gesesa?”

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“Nel prossimo Consiglio Comunale, oltre a diverse delibere per effettuare variazioni di un bilancio che formalmente ancora non c’è dato (perché la sua approvazione non è stata ancora notificata all’Ente), compare, quasi uscita da un cilindro, una delibera di aumento del Capitale Sociale della GE.SE.SA con contestuale rinunzia al diritto di opzione.

Nelle cinque pagine, sprovviste del parere dei Revisori dei conti che arriverà solo il giorno prima del Consiglio, poco o nulla si legge sul perché di questo aumento. Ciò che è chiaro – scrivono i consiglieri comunali M5s a Palazzo Mosti, Marianna Farese e Nicola Sguera – è che saranno emesse 1000 azioni del valore di € 51,65 cadauna che il Comune di Benevento dovrebbe rinunciare a comprare. Con tale strumento, in sintesi, non si chiede di finanziarie l’aumento, ma di autorizzare la vendita di queste ulteriori azioni a Comuni ricadenti nel distretto “Calore Irpinia”: l’effetto finale sarà, dunque, quello di vedere ridotta la partecipazione del nostro Comune, e, in conseguenza, una riduzione del suo valore percentuale nella partecipata.

Sembrerebbe che tale manovra sia dettata dalla volontà di ACEA e GE.SE.SA di allargare la compagine dei comuni servita da quest’ultima, forse in vista di una candidatura a gestire l’ATO 1 Campania.

Finché tali fatti non vengono chiariti per iscritto, restano delle pure ipotesi anche se fondate secondo gli addetti ai lavori. Oggi abbiamo solo 5 paginette su cui il Comune deve decidere, mancando del tutto un piano industriale, ma anche solo un piano degli investimenti o un documento strategico. Nulla è stato traferito.

Per cui – proseguono i due esponenti pentastellati – gli interrogativi restano tanti: perché l’emissione di nuove azioni e non la vendita di quelle in possesso dell’ACEA? A quali comuni punta la GE.SE.SA tra gli oltre 100 che compongono il distretto? Che costi graveranno sul bilancio della GE.SE.SA e dunque sul costo finale del servizio che sarà pagato dagli utenti?

E una questione delicata che necessita di ulteriori approfondimenti in quanto ad oggi non sappiamo neanche se sono state rispettate da ACEA le norme per l’aumento di capitale, in particolare ai sensi dell’articolo 2442 del codice civile.

Aggiungiamo che le aspre polemiche interne alla stessa maggioranza non aiutano a rendere le acque meno torbide.

Intanto il Presidente di GE.SE.SA , Luigi Abbate, ha dovuto riconoscere in Commissione che quanto contestato da Marianna Farese (cioè che sono tenuti agli obblighi di trasparenza anche gli enti privati dove vi sia una partecipazione del pubblico e/o laddove tale partecipazione non c’è ma il pubblico nomina i vertici aziendali) è vero, ma che tale mancanza «sarebbe da addebitare all’agenzia di somministrazione. Da qui la valutazione in corso riguardo a un possibile cambio di agenzia».

Si lavora dunque al buio, senza le adeguate informazioni, – concludono Farese e Sguera – con il solito pressapochismo e la solita fretta nel totale disinteresse verso la trasparenza e senza comprendere fino in fondo le ripercussioni che ci saranno per i cittadini, mentre l’Azienda continua a manifestare clamorose inefficienze (già denunziate lo scorso anno) con l’invio di cartelle “pazze” che inferociscono i cittadini (soprattutto coloro i quali, avendo l’addebito, si vedranno risarciti solo dopo molto tempo)”.

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