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Medio Calore

San Giorgio del Sannio, Maio (M5S) sulla qualità della mensa: “Pepe risponda atti alla mano”

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“Da giorni va in scena il tradizionale scontro tra vecchi e nuovi occupanti del Palazzo. Alla fazione dell’ex sindaco Ricci non è parso vero di poter additare alla pubblica gogna l’aumentato costo dei ticket per la mensa scolastica. La dolente preoccupazione per la condizione economica delle famiglie sangiorgesi, insospettabile in chi solo qualche mese fa recapitava onerosi e discutibilissimi balzelli, ha comunque colto nel segno e costretto l’amministrazione in carica a correre ai ripari”. Così Francesca Maio, portavoce del M5S al Comune di San Giorgio del Sannio, commenta la vicenda della mensa scolastica del centro sannita.

“Et voilà – prosegue la grillina -, dal cilindro ecco spuntare la (solita) magia: i sessanta centesimi di pasto contestati saranno gentilmente offerti dal sindaco e dagli assessori che rinunceranno alle proprie indennità di carica per ovviare all’indigesto aumento. Cosa non si fa per i bambini… Un numero che in verità comincia a perdere lo charme dei primi tempi ma che ancora riesce ad ammaliare qualche povera anima facilmente impressionabile. La rinuncia alle indennità di carica è senz’altro ammirevole, purché destinata a finalità collettive. Ma si tratta pur sempre di risorse attinte dal bilancio comunale, ovvero soldi dei cittadini. Utilizzare introiti derivanti dalla fiscalità generale per coprire il maggior costo di un servizio a domanda individuale rappresenta un autentico strafalcione di grammatica amministrativa, paradossale se si considera che a beneficiarne in molti casi saranno famiglie agiate.

Siamo davanti piuttosto a un banale quanto maldestro tentativo di collocare la proverbiale pezza del colore adeguato, altro che applausi estasiati – attacca Maio -. La vera domanda da porsi infatti è: il maggior costo sostenuto dal Comune trova una giustificazione nel servizio che si va ad erogare? Il primo cittadino e il consigliere delegato hanno pubblicamente affermato che l’aumento è collegato a un superiore livello qualitativo della mensa che verrà. Parole che, se confermate dai fatti, rappresenterebbero argomenti ben più validi della paternalistica contribuzione al pagamento dei ticket. Siamo certi che alcun genitore lesinerebbe qualche euro in più l’anno per garantire al proprio figlio un pasto decente. La realtà però è diversa dagli annunci degli amministratori. Se alle chiacchiere da marciapiede si sostituisce la lettura degli atti ufficiali (pervicacemente reperiti dal Movimento Cinque Stelle ma non pubblicati né dal Comune, né dalla Provincia) si scopre che la mensa di domani somiglierà come una goccia d’acqua a quella di ieri.
La “Carta del servizio di ristorazione scolastica” – spiega il M5S – appena pubblicata dal Comune e quella in vigore precedentemente sono come i Vangeli sinottici: pressochè identiche. La ditta esecutrice è la medesima, la “Omnia plus” di Zungoli, malgrado una nuova procedura d’appalto. Non è mutato il centro di cottura, confermatissimo nella vicina Calvi. Nessuna variazione nei menu, semplicemente vistati dall’Asl anche per il prossimo biennio. Ma soprattutto c’è imbarazzante assonanza tra le materie prime fin qui utilizzate dalla ditta appaltatrice e quelle che saranno messe in tavola d’ora in avanti. Restano invariati i fornitori di: pane (Calvi), latticini (Pietradefusi), uova (Zungoli), carne di vitello (Ariano Irpino e Zungoli), frutta e verdura (Grottaminarda). Usato sicuro anche per pelati, legumi, purè, formaggini, filati, prosciutto cotto, pesce e surgelati. Unica novità di rilievo è l’utilizzo di olio proveniente da un’azienda di Zungoli (e non dal Napoletano), con l’aggiunta di un marchio di pasta locale ad uno pugliese.

Tutta qui la filiera corta, i chilometri zero, l’alta qualità con cui la “nuova” mensa targata Pepe – De Ieso avrebbe dovuto deliziarci? L’amministrazione – conclude Maio – ci vuole spiegare cortesemente in che forma si manifesteranno sulla tavola i 17 prodotti a marchio DOP e DOC che la ditta vincitrice si è impegnata ad utilizzare per aggiudicarsi l’appalto? E con quale periodicità sarà verificata la effettiva applicazione di tale impegno? Pepe e compagni rispondano atti alla mano. Saremo lieti di constatare che è in corso un vero cambio di passo nella mensa dei nostri figli. Altrimenti si sarà trattato solo di un bluff, utile a spacciare per nuova la solita minestra riscaldata”.

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