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Salute

Salute mentale, “La Rete Sociale”: “ Basta con gli ostacoli ai Progetti per malati mentali”

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“Pazienti, familiari, associazioni e cooperative sul piede di guerra per l’interruzione da parte della Asl dei Progetti Riabilitativi Individuali (PTRI), si sono fermati dopo la lettera del 20 giugno scorso di Vincenzo De Luca. Perché in 25 righe secche e precise, il Governatore della Campania dichiara ciò che il Tavolo di Lavoro istituzionale sui PTRI, di cui facciamo parte, ha sempre sostenuto. E cioè che “i servizi socio sanitari integrati costituiscono il ‘core’ dell’assistenza sociosanitaria territoriale”, per cui come ‘raccomanda’ De Luca ai responsabili – commissari Asl in testa – vanno eliminate tutte le ‘disfunzioni e i ritardi’ nell’attivare ‘procedure stabili e omogenee di accesso’ e per ‘non rendere difficoltoso agli utenti’ l’utilizzo di questi servizi definiti LEA o ‘Livelli Essenziali di Assistenza’: cioè, servizi che la Sanità è obbligata a fornire sempre e subito, al di là di ogni intoppo, cavillo burocratico o crisi economica”. Così in una nota il presidente de “La Rete Sociale”, Serena Romano.

“Così De Luca – scrive Romano – lancia una bomba che fa saltare in aria tutti gli ostacoli e i pretesti che i responsabili del Dipartimento di Salute Mentale (DSM) e della Asl stanno frapponendo all’applicazione dei LEA-PTRI: non a caso, è stata indetta una riunione urgente per domani pomeriggio in Asl per discutere della lettera di De Luca e di quella del Direttore generale Rosanna Romano, che fra le 10 ‘azioni prioritarie’ della ‘Strategia del Piano Sociale Regionale 2016-2018’, mette al terzo posto: ‘attivare i PTRI quale modalità alternativa alle tradizionali modalità di presa in carico degli utenti in condizioni di fragilità e non autosufficienza, bisognosi di prestazioni sociosanitarie’.

Insomma, sui LEA-PTRI non si scherza – prosegue la nota -. Non applicarli profila reati di interruzione di pubblico servizio e di pratiche terapeutiche, come ribadisce De Luca: “Qualunque sia la difficoltà o l’ostacolo che non rende fluido il percorso e che possa ritardare l’erogazione di prestazioni sociosanitarie deve essere superato e rimosso….“, perché “ogni ritardo nell’attivazione di tali procedure inficia il processo di erogazione di prestazioni LEA che costituiscono un obbligo e un vincolo (…) e sui quali questa amministrazione svolge un ruolo di monitoraggio, di stimolo e controllo”. Il che, in concreto, significa che la decisione con la quale funzionari e dirigenti Asl hanno bloccato i PTRI in corso e quelli pronti al decollo per risolvere prima alcuni “dubbi interpretativi” sulla ripartizione della spesa tra Sanità e Comuni, è una decisione arbitraria e inaccettabile: perchè ha bloccato illegittimamente l’erogazione di servizi che per legge non possono essere interrotti, gettando pazienti, familiari e cooperative nel panico. Viene allora da chiedersi: visto che i PTRI incontrano il favore del Governo regionale perché fanno risparmiare una barca di soldi; il favore di utenti e familiari, perché consentono progressi subito verificabili; il favore delle popolazioni perché trasformano la spesa sanitaria in investimenti per nuovi posti di lavoro; perché sono così malvisti e boicottati da alcuni responsabili della Sanità? La riposta è che i PTRI incidono su un giro di interessi che va avanti da oltre 15 anni: ed è talmente radicato che mentre De Luca fa queste dichiarazioni per potenziare PTRI e Settore sociosanitario, a Benevento c’è chi preme per smantellarli.

Per esempio – conclude Romano -, il Governatore ha invitato il Commissario Asl “a potenziare le funzioni amministrative” al fine di “garantire il corretto funzionamento delle strutture territoriali e la fruizione dei servizi ai cittadini “. Ma l’ASL di Benevento ha fatto l’esatto contrario: con la delibera n. 324 del 16 giugno scorso che riorganizza la ASL con un nuovo atto aziendale, non solo non è potenziato il Coordinamento sociosanitario che ha avuto un ruolo fondamentale e strategico per la realizzazione dei PTRI a Benevento, ma viene addirittura smantellato, spacchettato, privato di importanti funzioni, reso inefficace e declassato da unità complessa ad unità semplice. E non è finita. Perché questo Sociosanitario sminuzzato, è stato inserito in una nuova Tecnostruttura Centrale: una delle tante inventate ex novo e di cui l’atto aziendale è stato rimpinzato, benché il Sub Commissario ad Acta (con nota 2735 del 13.6.2014) prescrivesse di evitare sovrastrutture e Tecnostrutture “non funzionali all’organizzazione e al buon funzionamento delle aziende. Insomma, come si dice: Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

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