ECONOMIA
Imprese, la fotografia del 2024: nel Sannio più chiusure che aperture, Irpinia stabile

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Lo stato di salute del tessuto imprenditoriale delle aree interne della Campania si conferma fragile. È quanto emerge dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2024, report elaborato da Unioncamere e Infocamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di Commercio.
Il saldo tra iscrizioni e le cessazioni è negativo nel Sannio: 161 imprese in meno, frutto di 1.304 nuove attività contro le 1.465 chiusure (tasso del -0,46%). Segno più in Irpinia, ma i numeri sono molto modesti: alla fine del 2024 si contano solo 27 imprese in più sul territorio, in virtù delle 1.947 nuove iscrizioni a fronte 1.920 cessazioni. Il tasso di crescita si attesta allo 0,06%.
Per entrambe le province, i settori trainanti restano agricoltura e imprese di servizi, anche se il primo comparto fa segnare un decremento. Il commercio continua a vivere un periodo di crisi, mentre il settore delle costruzioni registra una leggera crescita, più accentuata in Irpinia (+0,79%) rispetto al Sannio (+0,26%). Per l’industria, i numeri sono contrastanti: Avellino vede un calo delle attività, mentre Benevento registra un impercettibile incremento (+0,16%).
A livello nazionale, il 2024 si chiude con un saldo positivo di 36.856 nuove imprese, ma si registra un rallentamento rispetto al 2023, quando il saldo era di 42.039 unità. Questo risultato è frutto di 322.835 iscrizioni e 285.979 cessazioni, con un tasso di crescita dello 0,62%, in calo rispetto allo 0,70% dell’anno precedente.
Dal punto di vista territoriale, il Mezzogiorno contribuisce in modo significativo al saldo positivo con +13.684 imprese, mentre il Centro Italia si distingue per il tasso di crescita più elevato (+0,80%), trainato principalmente dal Lazio (+1,63%). Nel Nord Italia, sia il Nord-Ovest (+0,69%) sia il Nord-Est (+0,23%) mostrano segni di crescita, anche se più contenuti.
Un dato preoccupante riguarda l’aumento dei comuni italiani in cui non è stata registrata alcuna nuova impresa nel corso del 2024. Questi comuni sono saliti a 478, pari al 5,9% del totale nazionale, in crescita rispetto ai 374 del 2014 e ai 212 del 2004. Le regioni più colpite sono il Piemonte, con 126 comuni a ‘natalità zero’, e la Lombardia, con 103. Al contrario, la Basilicata si distingue come l’unica regione a non avere alcun comune senza nuove imprese.
Alla luce di questi dati, emerge con forza la necessità di politiche di sviluppo che possano incentivare nuovi investimenti e sostenere le piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura dell’economia nazionale. Il Sannio, inoltre, si trova ad affrontare un inizio 2025 complicato: secondo il report pubblicato dalla CGIA di Mestre, il primo trimestre del nuovo anno prevede un calo delle assunzioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.