CRONACA
Violenze sessuali alla nipotina e alla figlia della seconda moglie: arrestato 62enne di Montesarchio

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Violenza sessuale aggravata consumata e reiterata ai danni della giovane nipote e della figlia della seconda moglie, sin da quando erano minorenni. Questa la pesantissima accusa nei confronti di un 62enne di Montesarchio, arrestato nella notte a seguito di una articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento. Ad eseguire la misura cautelare in carcere – emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo sannita – è stato il personale della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale di Benevento, congiuntamente a personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato della Procura. In fase esecutiva ha collaborato alle attività di arresto e di contestuale attività di perquisizione domiciliare ed informatica la Polizia Postale di Cuneo, località dove si trovava l’indagato.
In particolare, le indagini sono state avviate a seguito alla querela sporta dalla giovane nipote, che, con l’assistenza di una psicologa, ha raccontato nel dettaglio alla Polizia Giudiziaria i ripetuti abusi sessuali commessi dallo zio nei suoi confronti dall’età di sette anni fino ai tredici anni. Nelle occasioni in cui si tratteneva a dormire a casa degli zii, la notte lo zio la costringeva con violenza ad atti sessuali di varia natura.
Anche la figlia acquisita ha denunciato – con dichiarazioni raccolte dagli organi inquirenti con l’assistenza di una psicologa – di essere stata vittima di violenze sessuali ripetute da parte del 62enne, marito della madre, iniziate da quando aveva solo otto anni e proseguite nel tempo, anche quando la stessa aveva raggiunto la maggiore età, fino all’autunno del 2023, con modalità identiche a quelle subite dalla cugina.
Nel corso delle attività d’indagine, coordinate dalla Procura ed eseguite dal personale specializzato degli organi di polizia giudiziaria delegati, si è proceduto altresì ad effettuare attività di perquisizione e di analisi informatica dei numerosi dispositivi elettronici rinvenuti nella disponibilità dell’indagato, sottoposti a sequestro, da cui sono emersi chiari elementi di riscontro agli episodi di violenza sessuale denunciati.
Il GIP, valutata la fondatezza del compendio probatorio raccolto a sostegno delle dichiarazioni delle vittime e condivisa la valutazione prospettata dal PM, ha ritenuto che ricorressero le esigenze cautelari della custodia cautelare in carcere, alla luce della gravità del reato commesso e della personalità dell’indagato, della spregiudicatezza dimostrata e delle modalità di azione, tenuto conto altresì dello stretto rapporto di parentela intercorrente con le vittime.