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POLITICA

Il G7 di Piantedosi e la realtà

Mentre i grandi della terra sfilavano in quel di Mirabella Eclano, mentre i nostri potenti commossi salutavano la rinascita dei territori non abbiamo potuto fare a meno di andare a leggere le ultime classifiche sulla qualità della vita, gli ultimi report Istat o Svimez, i dati sullo spopolamento e sulla disoccupazione. La realtà che non vogliamo vedere ma che là resta, immutabile

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Matteo Piantedosi da Pietrastornina ha fortemente voluto il G7 Sicurezza a Mirabella Eclano, nel cuore della sua Irpinia, nel cuore delle nostre aree interne. Organizzazione perfetta, strade rimesse a nuovo, location di altissimo livello per una tre giorni che tuttavia non lascerà nulla ai territori, che non restituirà nessuna centralità, nell’agenda politica nazionale, alle tante, troppe eterne emergenze che gravano sul presente e sul futuro di questa Campania.

Abbiamo letto ed ascoltato, in queste settimane, una infinità di dichiarazioni volte a rappresentare il G7 come una straordinaria occasione di promozione territoriale, come il segno tangibile di una svolta attesa da sempre, abbiamo letto sgomenti il documento consegnato dalle nostre fasce tricolori nelle mani del Ministro per chiedere soluzioni alla crisi idrica e al dissesto territoriale, come se questo evento ci avesse restituito il diritto ad esistere.

E mentre tutto questo accadeva sotto i nostri occhi non abbiamo potuto fare a meno di andare a consultare tutte le classifiche sulla qualità della vita, tutti i report Istat e Svimez pubblicati nel corso degli ultimi anni, tutti i dati relativi allo spopolamento, alla disoccupazione giovanile, non abbiamo potuto fare a meno di tornare ai numeri, ai fatti, alla realtà.

Una realtà della quale, evidentemente, non siamo nelle condizioni di farci carico, dalla quale fuggiamo preferendo parlarci addosso, che in qualche misura neghiamo a noi stessi preferendo rincorrere l’illusione di un riscatto che andrebbe alimentato giorno dopo giorno, nel coraggio di fare i conti con l’ineluttabile, non certo alimentando la retorica di una rinascita che non esiste se non nelle nostre teste.

Nessun G7, nessun treno, nessuna grande opera salverà questi territori se continueremo a teorizzare una soluzione allo spopolamento, facendo finta di non capire che una soluzione non c’è e non ci sarà perché questo ci dice la grammatica della modernità. Non ci salverà nessun Ministro e nessun governo amico, non ci salverà nessun governatore, fintanto che continueremo ad alimentare il cortocircuito clientelare, fintanto che continueremo ad affidare il nostro futuro a queste classi dirigenti che sul bisogno, sulla domanda di risposte individuali, sulla miseria e sul bisogno campa e sopravvive. Siano essi sindaci, consiglieri comunali o regionali, deputati o senatori.

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