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Opinioni

De Luca ha trovato una nuova rivoluzione da compiere. Solo il Parlamento lo può fermare

Il Governatore era alla ricerca di una nuova missione impossibile, tale da legittimare agli occhi del suo popolo la pretesa del terzo mandato. L’ha trovata con la decisiva complicità di Giorgia Meloni

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Completare tutte le opere strategiche finanziate con i fondi di coesione appena sbloccati nei tempi previsti, nonostante i circa due anni persi a causa dell’ostruzionismo di un governo nemico del Sud e della Campania che oggi rivendica spudoratamente il merito di aver reso possibili quelle stesse opere: Vincenzo De Luca era alla ricerca di una nuova missione impossibile da portare a compimento, tale da legittimare agli occhi del suo popolo la pretesa del terzo mandato, e l’ha trovata, complice Giorgia Meloni.

Il governatore, non a caso, ha annunciato che in tutti i bandi della Regione già è previsto il terzo turno di lavoro, che i Comuni dovranno adottare il medesimo approccio, che presto istituirà una task force dedicata ai fondi di coesione con il coinvolgimento di tecnici ed esperti, anche esterni alla struttura regionale. Eccola la campagna elettorale dello sceriffo.

Stadi, ospedali, impianti per il completamento del ciclo integrato delle acque o dei rifiuti, interventi sulla depurazione, sulla mobilità, su una molteplicità di piccole o grandi infrastrutture strategiche disseminate in tutti i territori. Ovvero soldi, lavoro, gestione. Dunque consenso.

Una narrazione perfetta, che De Luca ha saputo alimentare capovolgendo la retorica del governo, il cui obiettivo era quello di congelare i fondi di coesione per mettere all’angolo l’indomito sceriffo, per smontare la retorica del deluchismo, ma che in realtà ha restituito al governatore il centro della scena, lo spazio per intestarsi una nuova crociata in difesa del suo popolo. Una battaglia campana, a differenza di quella contro l’autonomia che De Luca pure ha saputo intestarsi per primo ma che oggi è condivisa da tanti.

Una battaglia che avrebbe vinto a prescindere, perché quelle risorse spettavano alla Campania e il governo non avrebbe potuto evitare di sbloccarle, ma che ha vinto con i tempi giusti. Non per merito suo. Banale considerare, infatti, che manca meno di un anno alle regionali, un periodo di tempo perfetto per alzare l’asticella delle promesse, per alimentare le aspettative sui territori, senza l’onere dei fatti. Ma soprattutto un argomento formidabile per rivendicare, agli occhi degli elettori, il diritto di portare a compimento la rivoluzione promessa e boicottata dal governo, sul tacito quanto ovvio presupposto secondo cui nessuno, al posto del Presidente, potrebbe portare a compimento una missione di questa portata.

A queste condizioni, con questo centrodestra, solo il Parlamento è nelle condizioni di fermare De Luca.

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