POLITICA
Renzi e Mastella, tra Don Milani e Guido Dorso
L’ex premier è il cappello politico all’ombra del quale gli apparati trovano riparo. Gli apparati sono tutto ciò che rimane all’ex premier per sopravvivere. Ecco che la candidatura di Sandra è in primo luogo un test per misurare la tenuta del sistema di potere mastelliano sui territori. Ma è soprattutto il modo per blindare una prospettiva in chiave regionale. Conta solo il Sannio
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Matteo Renzi venerdì scorso ha fatto tappa in Irpinia, accolto a braccia aperte dal Consigliere regionale Enzo Alaia e da tutto il gruppo dirigente provinciale. Giovedì, invece, sarà a Benevento dove ad accoglierlo ci sarà innanzitutto Sandra Lonardo, candidata al Parlamento europeo per gli “Stati Uniti d’Europa”, accompagnata ovviamente dal marito in fascia tricolore. L’ex rottamatore, oggi convertitosi al centrismo d’accatto, ha le idee come al solito molto chiare. Sa che in Campania Italia Viva pesa molto più che altrove, sa di poter contare su di una classe dirigente deluchiana, e non a caso ha ribadito che sul terzo mandato del governatore è d’accordissimo, sa che qui possono arrivare voti decisivi per il superamento del quorum. Il suo unico obbiettivo.
Ed è qui che si misura la metamorfosi di questo leader che ha sacrificato tutta la sua intelligenza politica sull’altare di un ego smisurato e di un tatticismo esasperato. L’obiettivo è galleggiare, restare in vita, per restare a giro in attesa che il quadro muti, che si aprano nuovi spazi e nuove prospettive. Sempre e comunque personali. Ed è paradossalmente questa l’unica forza rimasta a Renzi, che l’operazione europee l’ha fatta come si deve, riempiendo un contenitore a cui i sondaggi, in questa fase, riconoscono quel maledetto quattro per cento.
La sua forza è proprio nell’assenza di una prospettiva chiara. Renzi rappresenta un rifugio senza pretese per tutti coloro che hanno la necessità di trovare una momentanea collocazione, di recuperare una prospettiva possibile. In fin dei conti gli Stati Uniti d’Europa sono il frutto di una somma algebrica tra utilità marginali che nell’isolamento non avrebbero avuto spazio di sopravvivenza. E tra queste utilità marginali c’è anche quella rappresentata da Noi di Centro, ovvero dalla famiglia Mastella.
La candidatura di Sandra è in primo luogo un test, per misurare la tenuta del sistema di potere mastelliano sui territori. Una conta. Ma è soprattutto il modo per blindare una prospettiva in chiave regionale, vuoi attraverso un possibile assessorato che De Luca dovrebbe concedere qualora l’assessore Caputo dovesse ottenere l’elezione a Bruxelles, vuoi fra un anno e mezzo, quando si apriranno i giochi, quando si aprirà il mercato. Con o senza De Luca in campo Mastella non sarà isolato, giocherà la propria partita con tutto il gruppo dirigente di Italia Viva, dunque il suo obiettivo prioritario, in questa tornata, è quello di ottenere un buon risultato a Benevento e nel Sannio, l’unica provincia nella quale, non a caso, Italia Viva non ha mai messo radici. Proprio perché a De Luca non serviva, visto che c’era Clemente.
Un gioco delle parti. Renzi è il cappello politico all’ombra del quale gli apparati trovano riparo, gli apparati sono tutto ciò che è rimasto a Renzi per sopravvivere, per continuare ad esistere. Blatera di Don Milani, ma forse non ha mai letto Guido Dorso.