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POLITICA

L’eterno ritorno del Molisannio, scetticismo sia a destra che a sinistra

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L’ipotesi ‘Molisannio’ non scalda più. Questa, almeno, la sensazione a 24 ore dalla nuova iniziativa di Clemente Mastella che ieri mattina ha scritto una lettera ai rappresentanti delle maggiori istituzioni molisane per riattivare una forma di dialogo istituzionale per la costituzione della regione dei sanniti: “Sarebbe utile per non restare schiacciati dall’Autonomia Differenziata” – aggiungeva il sindaco di Benevento. Un sasso gettato nello stagno ma le acque non sembrano agitarsi più di tanto. Perché? Probabilmente per le troppe volte in cui, nel passato, la discussione si è arenata prima ancora di entrare nel vivo. Unica eccezione, forse, il 2012 quando la questione arrivò all’attenzione del Consiglio Provinciale che però bocciò – con ampia maggioranza – la proposta di indire un referendum, nonostante le 4.020 sottoscrizioni raccolte dal comitato promotore dell’iniziativa.

Trascorsi dodici anni, i tempi per un nuovo tentativo sono maturi? Domenico Matera, senatore e coordinatore di Fratelli d’Italia nel Sannio risponde così: “Guardi, in linea di principio come Fratelli d’Italia saremmo anche favorevoli. Perché è evidente il disequilibrio interno alla Regione Campania, con l’attenzione tutta rivolta alle fasce costiere e a parte del Casertano, a danno delle aree interne”. E però? “Non mi pare, in tutta onestà, l’iniziativa possa trovare la giusta considerazione. Non vedo uno specifico interesse né tra la classe politica, né tra i cittadini, né nella pubblica opinione. Diciamo che il territorio sannita non l’avverte come una situazione imprescindibile. E questo al netto delle motivazioni che spesso sorreggono l’ipotesi del Molisannio e che accennavo prima, ovvero la scarsa considerazione per le istanze del Beneventano e dell’Avellinese dovuta al ‘peso’ delle altre realtà”. Potesse scegliere, comunque, Matera si muoverebbe su un orizzonte più ampio: “Sarebbe più utile ragionare di una Regione media – comprendente il territorio delle aree interne campane, pugliesi e molisane con lo sbocco sull’Adriatico. Ma sappiamo che l’iter per la creazione di una nuova Regione è lungo e complesso”.

Per un riequilibrio interno alla Campania, allora, Matera suggerisce il campo della battaglia politica e amministrativa. E nel suo mirino c’è innanzitutto Vincenzo De Luca: “Fa il Masaniello, fuori dalla Campania, annunciando rivoluzioni per ridurre il gap tra Nord e Sud del Paese. Poi, però, da palazzo Santa Lucia è il principale artefice delle diseguaglianze tra aree costiere e aree interne”.  Quanto all’Autonomia Differenziata, riforma evocata da Mastella proprio nella sua istanza pro Molisannio, Matera non ha dubbi: “Con questo discorso non c’entra niente. E dispiace che Mastella la utilizzi come uno spauracchio, evitando ragionamenti di merito. D’altronde il divario che si vuole superare esiste già, è reale. L’Autonomia Differenziata, invece, non è ancora legge”. E per Matera rappresenta un’opportunità e non un pericolo: “La sfida sarà tra chi amministra bene e chi dis-amministra. Ed è una sfida che a noi non fa paura perché farà emergere merito e qualità. Per questo l’accettiamo, evitando populismi”.

Scettico Matera, a destra, scettico a sinistra è il consigliere regionale Luigi Abbate, esponente del Partito Democratico. “Mi sembra una iniziativa demagogica, niente di fattivo”. Anche nelle riflessioni di Abbate è presente il tema delle difficoltà in cui versa il territorio sannita. Ma la risposta non può arrivare dalla somma di due debolezze: “L’anno della sua istituzione, il 1964, contava più di 350mila persone. Oggi ne conta poco più di 280mila. Anche loro hanno un Pil tra i più bassi d’Italia e inoltre parliamo della Regione più indebitata d’Italia: 500 milioni di disavanzo. E infatti hanno pure aumentato l’Irpef. Ed è in rosso anche il conto tra le aziende che chiudono e quelle che aprono, per non parlare delle difficoltà a trovare personale nella sanità o dei problemi ad assicurare i servizi essenziali come istruzione e trasporti”.

Anche il consigliere Dem, comunque, potendo indicare una direzione di marcia guarderebbe più lontano: “Sarebbe interessante immaginare una macro-Regione, includendo pure Abruzzo, Irpinia e alto-Casertano. Le potenzialità, in quest’ottica, sarebbero enormi. Dal punto di vista dell’ambiente, dell’energia, dal punto di vista idrico. Ma conosciamo già le difficoltà legate al processo costituzionale per l’istituzione di una nuova Regione”.

“Non è tirando fuori il Molisannio che si possono contrastare gli effetti deleteri dell’Autonomia Differenziata – conclude Abbate -. La battaglia va condotta innanzitutto in Parlamento, modificando e migliorando il testo della Riforma”:

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