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Shoah, l’Unifortunato ospita Lia Levi: “Fare memoria significa trasmettere emozioni”
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Narrare una delle pagine più tristi della storia d’Italia attraverso le emozioni. Le leggi razziali raccontate da chi le ha subite e ha provato la paura della fuga e della persecuzione. Paure e speranze di uno scrittore di teatro costretto a nascondersi all’ombra di un “prestanome”, ma anche di una coppia di giovanissimi, Colomba nella schiera delle vittime designate e Ferruccio figlio di un persecutore. Storie comuni in un tempo difficile che emergono con forza dalle pagine di “Ognuno accanto alla sua notte” (Feltrinelli) della scrittrice e giornalista Lia Levi che da bambina dovette affrontare i problemi della guerra e della persecuzione razziale. Dopo l’8 settembre 1943, infatti, riuscì a salvarsi dalle deportazioni nascondendosi con le sue sorelle nel collegio romano delle Suore di San Giuseppe di Chambéry.
Oggi è stata ospite dell’Unifortunato, presso il Seminario Arcivescovile di Benevento, all’interno del Laboratorio accademico “Shoah: memoria, didattica e diritti”. Nel corso dell’incontro è stato conferito a Levi il Fortunato d’oro 2023, riconoscimento che viene assegnato ad esponenti del mondo della cultura.
Una giornata ricca di emozioni anche per l’Unifortunato che da anni è impegnata nel ricordo delle vittime della Shoah.
Presente all’evento anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che ha portato i saluti istituzionali della città. “La memoria – ha commentato – è una parte fondamentale della vita delle istituzioni”.
Le interviste nel servizio video