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Aree interne, Abbate e Mortaruolo: “Serve cambio di mentalità”. E il 26 riunione nel Sannio della Commissione Speciale
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Nessun dubbio. Irpinia e Sannio “devono fare sistema”. Ma occorre “un cambio di mentalità da parte di tutti. Non solo della politica”. A pensarla così – rilanciando la discussione avviata dal giornalista Marco Staglianò con Ntr24 – sono i due consiglieri regionali eletti nel Beneventano, Luigi Abbate ed Erasmo Mortaruolo.
“I campanilismi, sia ideologici che territoriali, andrebbero accantonati in nome della coesione” – incalza l’esponente di ‘Noi di Centro’. “Lo dico oggi, l’ho detto tante volte in Consiglio, restando inascoltato. Ma il tempo passa e i nostri territori rischiano di perdere un’ulteriore occasione, quella dettata dal Pnrr”.
Perché? “Le ragioni sono diverse – continua Abbate. Si va dalla mancanza di chiari indirizzi politici fino a questioni tecniche. Spesso, per dirne una, i bandi riconoscono delle premialità ai Comuni che presentano condizioni economico-finanziarie eccellenti, un input che finisce col penalizzare soprattutto il Mezzogiorno, area in cui ci sono tanti enti in dissesto o pre-dissesto, come il caso di Benevento. Ma il problema più rilevante è un altro: la nostra Amministrazione Pubblica non è in grado di reggere il peso dell’enorme sfida organizzativa legata al Pnrr”.
Questione centrale, questa, nella riflessione di Erasmo Mortaruolo: “Quando si parla di priorità per le aree interne sono molteplici le risposte possibili. In realtà si dovrebbe partire da una esigenza non più rinviabile: rinnovare la macchina pubblica. Soprattutto per i piccoli comuni, oggi, agire è impossibile. Mancano proprio le risorse fisiche. Un sindaco può avere anche l’idea migliore al mondo ma poi c’è bisogno dei progetti. E per i progetti servono i tecnici, i dirigenti, i funzionari”. Per l’esponente Pd, dunque, il più grande investimento da fare nelle aree interne riguarda il capitale umano. “E non penso solo alla pubblica amministrazione ma anche agli altri settori. Ciò che sta accadendo per il Pnrr è emblematico: le risorse ci sono ma non vengono spese”.
Restando in tema di priorità, Abbate riaccende la luce sull’assenza di una dotazione infrastrutturale adeguata, soprattutto nel Sannio. “Se permane l’attuale condizione di isolamento non esistono ipotesi di sviluppo percorribili”. E quanto al ruolo della Regione, per il consigliere regionale mastelliano la Campania “matrigna” esiste: “Altrimenti le spinte ‘separatiste’, come quella per il Molisannio, non avrebbero motivo di esistere. Ma lo si è visto anche con l’ultima programmazione. Eppure la crescita delle zone interne, dell’osso – per dirla con le parole di Manlio Rossi Doria – aiuterebbe anche lo sviluppo corretto e sostenibile delle aree metropolitane e della fascia costiera”. Sul punto, invece, Mortaruolo sposta l’attenzione sulle responsabilità della classe dirigente sannita: “Quando ci siamo presentati a palazzo Santa Lucia con proposte valide non mi sono mai visto chiudere la porta in faccia. Pensiamo al sostegno ricevuto in occasione di “Sannio Capitale Europea del Vino”. E proprio sul campo della proposta ritengo che Sannio e Irpinia potrebbero osare di più, facendo massa critica e mettendo da parte gli individualismi”. L’obiezione è immediata: quando i due territori si sono ritrovati a lavorare insieme – come per la Camera di Commercio – il risultato è stato pessimo: “E questo dimostra che non è soltanto la politica a dover cambiare passo, mentalità. Sulla Camera di Commercio, ad esempio, la politica una soluzione di equilibrio tra le due aree l’avevano individuata, con Avellino a guidare l’Ente e Benevento la Valisannio. Non è stata praticata, perché? Nessuno fornisce una risposta”.
E chissà a smuovere le acque non possa essere la prossima riunione della Commissione Speciale per le Aree Interne: “Ci riuniremo proprio nel Sannio – annuncia Gino Abbate. Lo faremo il 26 aprile, sarà l’occasione per confrontarci con gli altri attori del territorio. Contiamo di abbattere i primi muri, di iniziare un percorso nuovo”. Speriamo.