SANNIO
L’IIS “De’ Liguori” di Sant’Agata de’ Goti incontra il Vescovo Mazzafaro
Ascolta la lettura dell'articolo
Desiderio di aprirsi all’altro, di dialogare. Al di la delle differenze.Sono questi alcuni dei messaggi emersi dall’incontro che, presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Alfonso Maria De’ Liguori” di Sant’Agata de’ Goti, si è sviluppato tra gli studenti della locale Scuola, guidata dalla Dirigente Mariarosaria Icolaro, e Sua Eccellenza, Monsignor Giuseppe Mazzafaro, Vescovo della Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti.
Un momento che si è innestato ad esito di un percorso di condivisione e di ascolto dei giovani fortemente voluto da Monsignor Mazzafaro e prontamente accolto dall’Istituto “De’ Liguori”.Gli studenti, già nelle scorse settimane, in vista del programmato incontro con il vertice episcopale, avevano posto in essere attività, incardinate negli orari di insegnamento di Religione, che si erano sostanziate nell’approfondimento delle indicazioni sinodali dando vita ad una serie di riflessioni che, in occasione della visita di Monsignor Mazzafaro, gli sono state consegnate anche materialmente.Circa centosettanta alunni delle classi quarte degli indirizzi tecnico e liceale hanno preso parte al confronto nella palestra della sede centrale in un contesto di gioia e festa, salutando Monsignor Mazzafaro con un benvenuto intriso di multiculturalità.
I ragazzi, infatti, hanno ricevuto l’illustre ospite con un saluto “internazionale” rivolto dai ragazzi provenienti da diversi Paesi europei in lingua albanese, rumeno, russo, ucraino, polacco nonchè in quelle – Inglese, Francese, Spagnolo e Tedesco – studiate nell’Istituto.Un appello al confronto, all’apertura che prescindano dalla provenienza e dalla professione di fede, ad un sentirsi parte della Comunità.I ragazzi hanno rappresentato, da parte loro, con schiettezza e onestà intellettuale, preoccupazioni, ambizioni, il disagio legato alla contraddittorietà dei tempi attuali, il non sempre scontato dialogo con le famiglie, la Società.
“Con i giovani siamo chiamati a piantare il seme di un futuro migliore“, ha osservato Monsignor Mazzafaro – evidentemente attento alle parole dei suoi interlocutori – anche sottolineando come i giovani stessi debbano sentirsi liberi di esprimere i propri sogni, liberi di non aver paura, di perseguire le proprie ambizioni.Al dialogo è seguito una performance canto-danza intitolata “Io ho fiducia”, anche questa parentesi artistica – accompagnata dal violino dello studente Rippa, anche alunno del Conservatorio – intrisa di simbolismo, espressione di quanti nutrono il desiderio di liberarsi dai pregiudizi, di aprirsi all’altro. Dando e chiedendo fiducia, così riuscendo a godere della bellezza della vita.