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Controllo del territorio ed emergenza covid, il Siulp: ‘Necessario un incremento di personale’

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“Abbiamo appena firmato il contratto per il comparto sicurezza e difesa, un traguardo importante per i contenuti normativi ed economici, ma soprattutto per tutte le misure presenti nella legge di stabilità. Purtroppo questo contratto è già scaduto”. A denunciarlo in una nota è Gennaro Lombardo, segretario provinciale del Siulp.
“In questi due anni di emergenza – sottolinea nella nota – alle forze dell’ordine sono stati richiesti impegno e sacrifici straordinari, non solo per il controllo del territorio e per l’ordine pubblico, ma anche e soprattutto per i servizi predisposti per il contenimento dell’emergenza sanitaria e la tutela della salute pubblica.
Tenuto conto dell’ottimo servizio che le forze dell’ordine hanno svolto e stanno tuttora svolgendo occorrerebbe uno sforzo da parte del Governo centrale, rafforzando gli organici del personale di questa provincia, anche tenendo conto dell’età media decisamente alta: basti pensare che la Polizia di Stato registra il 52% di ultracinquantenni.
Inoltre, bisogna tener conto dei numerosi pensionamenti che si sono susseguiti in questi anni e di quelli previsti per il prossimo biennio.
Atteso che i servizi connessi all’emergenza sanitaria e quelli connessi al territorio, sia per attività di controllo che di ordine pubblico, sono notevolmente aumentati, si rende necessario un incremento di personale.
Di recente – aggiunge Lombardo – è stato formalmente comunicato dal Ministero dell’Interno che l’assegnazione di personale del ruolo Assistenti ed Agenti per la Questura di Benevento per l’anno 2022 è pari a sette unità, relativamente ai frequentatori di corso.
Per quanti non fossero del settore, è d’obbligo precisare che su tale ruolo grava la maggior parte dei servizi svolti dalla Polizia di Stato, con il coordinamento o la direzione di superiori gerarchici.
Molto spesso in questa provincia viene trasferito personale che ha un’anzianità di servizio tra i venti/trent’anni ed anagrafica tra i 40/50 anni: è decisamente difficile considerarlo “l’ultimo arrivato”.
In considerazione di ciò, a parere dello scrivente il Ministero dell’Interno dovrebbe rivedere i requisiti per richiedere il trasferimento da altra provincia, riducendo gli anni di permanenza in sede: questo consentirebbe il trasferimento di personale giovane di servizio e di età.
La gestione del personale a livello centrale – conclude Lombardo – deve necessariamente essere svolta tenendo conto delle piccole realtà, che maggiormente soffrono le criticità di carenza d’organico e di età media alta, pur dovendo assicurare tutti i servizi d’istituto previsti e fronteggiare le situazioni emergenziali”.