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Movida e assembramenti, i locali di piazza Verdi: ‘Basta diffamazioni e strumentalizzazioni nei nostri confronti’
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“In merito alle recenti ordinanze legate all’emergenza sanitaria nazionale, ma soprattutto in merito alla solita campagna mediatica denigratoria, noi gestori siamo nuovamente chiamati a fornire la nostra versione dei fatti. Chi scredita il nostro operato, ha dimenticato il senso di responsabilità, di collaborazione e rispetto delle regole e dell’autorità che abbiamo più volte dimostrato”. Inizia così la nota inviata dai titolari dei dei locali Al Duca, Shabby e Sabba di piazza Verdi, uno dei luoghi principali della movida del capoluogo.
“Siamo stati – sottolineano – i primi locali a chiudere in forma autonoma e spontanea all’inizio della pandemia, quando ancora non erano state emanate ordinanze e restrizioni in materia. Siamo stati gli unici locali chiusi volontariamente quando il Benevento ha vinto il campionato di categoria.
Siamo rimasti totalmente chiusi nelle festività natalizie dello scorso anno, a differenza di altri che hanno lavorato a pieno ritmo, in barba al comune senso civico, oltre che alle regole vigenti.
Gli assembramenti che si creano in piazza, oggetto di costante controllo e reportage fotografico sui social media, non sono in alcun modo da addebitare ai sottoscritti.
Nonostante ciò – continua la nota – non ci spieghiamo perché siamo sempre sui giornali, tacciati di egoismo e irresponsabilità sia dai residenti che da qualche collega. Siamo stanchi di essere oggetto di strumentalizzazione mediatica e politica da parte del Comitato di Quartiere Centro Storico, con il quale non è stato possibile instaurare un rapporto biunivoco, fondato sul sincero dialogo e sulla collaborazione.
Da parte nostra – concludono – intendiamo sottolineare che agiremo di concerto, come sempre abbiamo fatto, alla nuova ordinanza comunale, della quale condividiamo intenti e scopi. Come sempre, siamo pronti a collaborare con l’amministrazione locale e le forze dell’ordine. Da questo momento non tollereremo più diffamazioni nei confronti delle nostre attività, riservandoci di adire le vie legali”.