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Disabilità, “È più bello insieme” compie 20 anni. Moretti ripercorre la storia del centro

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“Oggi il Centro “È più bello insieme” spegne venti candeline finalmente a casa sua, dopo una storia fatta di impegno e di lotta.

Fine anni ’90: Nunziatina, che con la sua cecità tirava avanti la casa e il figlio Cesarino; poi Flora, poi tutti gli anziani del San Pasquale, poi Gaetanina, poi Nicola, poi tante e tanti altri, poi all’improvviso Pino e Walter: a Benevento esisteva il disagio psichico e non lo sapevamo, neanche noi volontari vincenziani! 

A Benevento – racconta Angelo Moretti, candidato sindaco per la coalizione ArCoc’erano giovani come noi chiusi in casa, nelle loro schizofrenie, nelle loro depressioni, nella loro disabilità fisica o psichica e che non avevano amici né servizi, solo farmaci ed un po’ di umana pietà da operatori sanitari, di passaggio o stabili, e la solitudine delle famiglie costrette a cavarsela da sole. 

Da lì, l’idea di denunciare sui giornali questo pezzo di vita che nessuno vedeva, ma per il quale dovevamo fare subito qualcosa: scrivemmo subito all’allora Sindaco, Sandro D’Alessandro, e all’allora Arcivescovo, mons. Serafino Sprovieri. 

Si aprì, dunque, una comunità diurna. Ma al Dipartimento di Salute Mentale di Benevento c’erano lotte intestine che bloccavano ogni progettualità. Alcuni psichiatri liberi pensatori ed alcuni operatori sanitari, che reagivano all’abbandono istituzionale a cui sembravano essere fatalmente destinati, sostennero con gioia il nostro progetto e si aggiungevano a “noi”, piccolo gruppo di matti e di Figlie della Carità e di missionari Vincenziani che nell’estate del 2001 decidemmo di cogliere l’occasione di una casa temporaneamente vuota della Congregazione, in via Marco da Benevento, per dare inizio a due opere: una missione popolare al Rione Capodimonte ed una Comunità di persone con sofferenza psichica.

Il nome venne quasi da solo: “È più bello insieme”! La bellezza prima dell’utilità del servizio, l’unità di un gruppo che si salva solo insieme, al posto dell’individualismo di un welfare “a prestazione”.

Aprimmo il campo il pomeriggio del sei agosto, dopo quattro mesi di preparazione dettagliata e di conoscenza delle famiglie: laboratori di ogni tipo con le competenze che ognuno portava con sé, teatro, ping pong, cucina, disegno, poesia, giardinaggio, pulizie della struttura in autogestione. 

Il campo – prosegue Moretti – doveva durare due settimane, poi diventano tre, ma poi non ha mai chiuso e dopo 20 anni siamo ancora qui.

Ad aprile 2003, arriva il primo sostegno economico da parte dell’Ambito B1, poi arriva finalmente una prima struttura, nei capannoni di via San Pasquale, insieme al Giardino di Oren, ex Scuola media Sannio. 

Il Centro cresce a dismisura, i padiglioni non bastano più, siamo oltre sessanta persone tutti i giorni. Dal 2003 al 2007 sono anni di lotta e di resistenza per non avere l’interruzione periodica del servizio sottoposto a gare semestrali mentre i servizi semiresidenziali sono per norma servizi stabili (per scelta degli operatori e delle famiglie, il Centro non chiuderà mai durante le interruzioni delle gare). 

Poi arrivano finalmente due grandi notizie: nel 2006 il Centro è il primo ad essere accreditato in Città come “Centro Sociale Polifunzionale”; nel 2007 il primo piano della Scuola San Modesto si svuota e l’allora Sindaco, Fausto Pepe, lo mette a disposizione in comodato gratuito d’uso per la nostra realtà sociale. 

I cittadini e le cittadine con disabilità, nel frattempo, non solo sostengono la vita del Centro, ma con le loro esistenze fanno nascere nuove opere come Casa Betania, l’Orto di Casa Betania e la piattaforma Libertà Partecipate per le misure alternative alla detenzione.

Gli operatori cambiano e cambiano anche responsabili, ma i veri operatori sono sempre loro, le persone con disabilità che non mollano mai, alcuni cari amici vanno via prima del tempo lasciando vuoti pesantissimi, come Maria Carmela, Ciriaco, Alberto, Pellegrino, Angelo, Maddalena. Ma si va avanti, anche nel loro nome.

Grazie al Centro “È più bello insieme” conosciamo il parroco di San Modesto, che da lì a poco sarebbe diventato Direttore Caritas, don Nicola De Blasio. Nascono nuove opere segno per la disabilità e la sofferenza psichica: il Borgo Sociale di Roccabascerana e la Fattoria Sociale Villa Mancini a Ponte. 

Grazie alla vittoria dei bandi della Fondazione “Con il Sud” possiamo sostenere tutte le nostre progettualità. Grazie alle battaglie condivise con l’associazione “La Rete Sociale” e agli insegnamenti del grande amico e psichiatra Angelo Righetti, possiamo far partire, con non poche lotte, la grande storia dei Budget di Salute nell’Asl di Benevento.

Tra il 2018 ed il 2021 – continua Moretti – assistiamo attoniti agli attacchi ripetuti da parte della nostra Amministrazione comunale guidata da Clemente Mastella contro il Centro “È più bello insieme”, fino a dover lasciare, in un luglio caldissimo del 2019, la storica sede di via Firenze che viene assegnata ad una cooperativa del casertano che mai aveva operato in città.

Ed è qui ed ora che avviene ancora il miracolo: dopo un anno di assenza di una sede stabile, in cui la Comunità “È più bello insieme” ha vissuto come Israele nel deserto, arriva “la notizia” che la sede della Congregazione del Preziossimo Sangue, al Rione Ferrovia, è libera e disponibile ad essere affittata. 

Ma il Comune continua la sua persecuzione, tra vigli urbani e sospensione dei voucher. Ma oggi, nonostante tutto, esattamente come nel 2001, “È più bello insieme” è ancora vivo con tutta la sua energia e ha di fronte ad un nuovo inizio. 

Quando il Centro ha chiamato alla mobilitazione, la Città ha risposto partecipando alla campagna social #chiudetecitutti e al fundraising. Oggi festeggiamo, dunque, venti anni di bellezza, di lotta e di resistenza, ma anche un nuovo inizio, una nuova storia d’amore tra il Centro “È più bello insieme” e la città che lo circonda. Nella mia Agenda, se sarò eletto Sindaco, la tutela dei diritti dei cittadini beneventani disabili sarà al primo posto”.

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