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Quel cartello posizionato male e l’incapacità di fare squadra su turismo e cultura

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Un cartello per promuovere le bellezze culturali della città che viene coperto dai segnali stradali già esistenti. Stiamo ovviamente parlando di quanto accaduto in via Fratelli Rosselli: l’incredibile ‘svista’ è stata sottolineata abbondantemente e si è corso ai ripari subito dopo le polemiche social e web. Eppure, al di là delle strumentalizzazioni politiche da campagna elettorale e della polemica ‘spicciola’ sulla capacità di installare in maniera visibile un cartello stradale – che pure ha un suo perché, vista l’assurdità della scena se si considera che la segnaletica, per sua natura, ha uno scopo solo se può essere letta –, resta un senso di incompiuto.
E’ un po’ come con quel vecchio adagio che racconta del dito e della luna: dove il satellite della Terra è il contenuto del cartello e il dito è il posizionamento errato. Quanto accaduto al quartiere Pacevecchia è solo la punta dell’Iceberg, l’ultimo anello di un sistema – quello della promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e del turismo – che a Benevento non è mai partito veramente.
Nel corso degli anni abbiamo scritto e parlato innumerevoli volte delle infinite possibilità del capoluogo sannita. Opportunità, purtroppo, che sono rimaste tali senza mai giungere ad azioni davvero incisive per il comparto. Non si tratta di un problema degli ultimi anni, ma di una questione che si trascina da tempo e quest’anno, inoltre, festeggiamo anche il decennale del riconoscimento Unesco per Santa Sofia.
Quel cartello posizionato malamente è la sintesi di un ragionamento molto più ampio e che sottolinea come in città, quando si tratta di cultura e turismo, gli enti e le associazioni vadano per conto proprio senza guardarsi intorno. Spesso, ‘coprono’ vicendevolmente i cartelloni artistici, accavallando eventi o, semplicemente, dribblando un coordinamento che potrebbe essere il primo passo verso la reale crescita culturale ed economica del territorio. Non è una novità, lo scriviamo da tempo, ma questa ci sembra l’occasione giusta per ribadirlo: per fare, in altre parole, quel passo in avanti ed iniziare a sostenere – anche attraverso la polemica costruttiva – un miglioramento complessivo del sistema di crescita e accoglienza del capoluogo sannita.
Il biglietto integrato per i musei che stenta a partire, una programmazione estiva ed invernale condivisa, ma anche il sostegno e il controllo del sistema alberghiero e la difesa del centro storico, ostaggio dei vandali del fine settimana, rappresentano tutti temi degni di attenzione e, perché no, anche di polemica.
Se l’indignazione social, o meglio l’attenzione dell’opinione pubblica, è servita in poche ore a far rimuovere il cartello, può essere utilissima per dare una svolta al settore del turismo e della cultura. “Benevento città d’arte e di cultura”, in fondo, significa questo. Non vuol dire solo che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità storia e bellezza, ma anche l’onere di difenderle e diffonderle. Saremo in grado di farlo? Per ora abbiamo fatto spostare un cartello stradale, forse possiamo fare di più.